L’idea rientra in quella nicchia di turismo ecologico che ha le api come protagoniste e risponde alle richieste di quei viaggiatori curiosi che sono in cerca di esperienze uniche, all’insegna della biodiversità e del benessere. Basti pensare che il ronzio delle api è rilassante e antistress e corrisponde alla frequenza armonica di 432 Hz, in sintonia con il battito cardiaco.
Le arnie indoor costruite da Busà (ce n'è anche una ad altezza di bambino e una "abitata" solo da bombi) sono collegate con l'esterno e le api possono uscire ed entrare liberamente da “casa loro” mentre un vetro permette di osservarle come in un acquario senza disturbarle e soprattutto senza paura, in un contesto non climatizzato nel rispetto delle temperature stagionali. Niente tute, nessun pregiudizio, né spettacolarizzazioni: solo la possibilità di osservare da vicino quell’“organismo” – così lo definisce Busà – che è l’alveare con i suoi ritmi, i suoi scambi, la sua ecologia minuta e fondamentale.
Basilio Busà mentre cura le sue api
L’esperienza non si esaurisce con l'osservazione. Gran parte della serata è riempita inevitabilmente dalle domande dei visitatori sulla vita delle api, sulla loro sopravvivenza, sull'organizzazione della loro comunità, e anche sui luoghi comuni legati a questi insetti magici - ne esistono 20mila specie diverse nel mondo - veri termometri ambientali per la salute del pianeta. Non un’attrazione per foto veloci, ma un laboratorio permanente di educazione ambientale, dove l’osservazione continua nel tempo sostituisce la dimostrazione estemporanea.
«Mi ha convinto una mia amica – dice Claudia Vinciguerra, insegnante di educazione motoria – io amo gli animali e ho detto subito di sì. Ho imparato un sacco di cose che non conoscevo sulle api e mi ha colpito anche la storia sui funghi bioluminescenti di cui non sapevo neppure l'esistenza».
Fungo bioluminescente
«Una bellissima esperienza – le fa eco il collega Paolo Fino – non solo perché si parlava di api, ma perché si è rivelato un momento conviviale molto bello e oggi è sempre più difficile incontrare le persone vis-à-vis, siamo tutti sui social ma non ci conosciamo».
Un apiturismo gentile, quindi, pensato per viaggiatori curiosi: un invito a rallentare, a misurarsi con la lentezza operosa dell’alveare, a tornare a casa con una consapevolezza in più. Il valore aggiunto è proprio questa autenticità. Le api, sentinelle preziose degli ecosistemi, qui diventano maestre di resilienza e cooperazione: ricordano quanto dipendiamo dall’equilibrio tra fioriture, clima e salute degli impollinatori, e quanto anche loro dipendano da noi sapiens che abbiamo deciso di allevarle assumendoci una grande responsabilità.