×

Apiturismo

A cena nel rifugio api-friendly, l'esperienza immersiva che insegna a non averne paura

Ai piedi dell'Etna un apiario indoor che ospita i visitatori fra degustazioni, racconti di scienza e funghi bioluminescenti . Un nuovo format di ecoturismo nel cuore della biodiversità

Carmen Greco

07 Ottobre 2025, 16:40

A cena nel rifugio api-friendly, l'esperienza immersiva che insegna a non averne paura

Lo sapevate che l'85% degli individui messi al mondo da un'ape regina sono femmine e che esistono funghi bioluminescenti coltivati nei barattoli di vetro? Sono solo due delle chicche che si possono trovare nel nuovo Rifugio delle Api dell’Etna, immerso nei boschi di Trecastagni, a mezz’ora da Catania.

Rifugio delle Api dell’Etna

All'interno ci sono sette arnie speciali che custodiscono, nei periodi di massima attività, circa 140mila api. In inverno la “città” ronzante si dimezza, ma resta visibile e viva tutto l’anno, al riparo e in piena sicurezza per i visitatori. Un'idea di Basilio Busà, vulcanico apicoltore e divulgatore scientifico che ha dato vita al primo apiario indoor d’Europa per creare un ambiente «in cui diverse forme di vita possano condividere uno stesso spazio e in cui noi umani possiamo immergerci senza paura nel mondo delle api per trovarne ispirazione. Io mi auguro che uscendo da qui il ronzio nelle orecchie dei visitatori non sia un ricordo rumoroso, ma un ritmo nuovo con cui accordare il proprio sguardo sul mondo».

Smielatura con torchio

Basilio Busà al centro mentre spiega l'operazione della smielatura con un piccolo torchio

Piccoli gruppi di persone possono fare l'esperienza di smielare, degustare il miele, conoscerne i segreti grazie al racconto affabulatorio di Busà, realizzare con le loro mani candele di cera d’api e poi sedersi a tavola per condividere una cena a base di prodotti tipici e vino locale, parlare e scambiarsi opinioni, un lusso aggiuntivo in epoca di isolamento da social.

L’idea rientra in quella nicchia di turismo ecologico che ha le api come protagoniste e risponde alle richieste di quei viaggiatori curiosi che sono in cerca di esperienze uniche, all’insegna della biodiversità e del benessere. Basti pensare che il ronzio delle api è rilassante e antistress e corrisponde alla frequenza armonica di 432 Hz, in sintonia con il battito cardiaco.

Arnie indoor

Le arnie indoor costruite da Busà (ce n'è anche una ad altezza di bambino e una "abitata" solo da bombi) sono collegate con l'esterno e le api possono uscire ed entrare liberamente da “casa loro” mentre un vetro permette di osservarle come in un acquario senza disturbarle e soprattutto senza paura, in un contesto non climatizzato nel rispetto delle temperature stagionali. Niente tute, nessun pregiudizio, né spettacolarizzazioni: solo la possibilità di osservare da vicino quell’“organismo” – così lo definisce Busà – che è l’alveare con i suoi ritmi, i suoi scambi, la sua ecologia minuta e fondamentale.

Api in attività

Basilio Busà mentre cura le sue api

L’esperienza non si esaurisce con l'osservazione. Gran parte della serata è riempita inevitabilmente dalle domande dei visitatori sulla vita delle api, sulla loro sopravvivenza, sull'organizzazione della loro comunità, e anche sui luoghi comuni legati a questi insetti magici - ne esistono 20mila specie diverse nel mondo - veri termometri ambientali per la salute del pianeta. Non un’attrazione per foto veloci, ma un laboratorio permanente di educazione ambientale, dove l’osservazione continua nel tempo sostituisce la dimostrazione estemporanea.

«Mi ha convinto una mia amica – dice Claudia Vinciguerra, insegnante di educazione motoria – io amo gli animali e ho detto subito di sì. Ho imparato un sacco di cose che non conoscevo sulle api e mi ha colpito anche la storia sui funghi bioluminescenti di cui non sapevo neppure l'esistenza».

Fungo bioluminescente

«Una bellissima esperienza – le fa eco il collega Paolo Fino – non solo perché si parlava di api, ma perché si è rivelato un momento conviviale molto bello e oggi è sempre più difficile incontrare le persone vis-à-vis, siamo tutti sui social ma non ci conosciamo».

Serata al rifugio

Un apiturismo gentile, quindi, pensato per viaggiatori curiosi: un invito a rallentare, a misurarsi con la lentezza operosa dell’alveare, a tornare a casa con una consapevolezza in più. Il valore aggiunto è proprio questa autenticità. Le api, sentinelle preziose degli ecosistemi, qui diventano maestre di resilienza e cooperazione: ricordano quanto dipendiamo dall’equilibrio tra fioriture, clima e salute degli impollinatori, e quanto anche loro dipendano da noi sapiens che abbiamo deciso di allevarle assumendoci una grande responsabilità.