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Sindacale

Catania in bilico: giovani in fuga, città tra degrado, lavoro e sicurezza

La Cgil lancia l'allarme per la "calda stagione" sindacale, De Caudo: «Noi non ci arrendiamo»

Laura Mendola

07 Ottobre 2025, 09:45

Catania in bilico: giovani in fuga, città tra degrado, lavoro e sicurezza

L’autunno catanese si apre sotto il segno dell’incertezza. A dirlo è Carmelo De Caudo, segretario generale della Cgil di Catania, che traccia un quadro duro ma non rassegnato: “I giovani continuano a partire, stanchi di aspettare opportunità che non arrivano. Ma noi non ci arrendiamo”.

La città convive con degrado urbano, tensioni sociali e una criminalità che riorganizza i propri equilibri. “Non è fuori controllo – precisa De Caudo – ma le armi e la droga stanno lacerando il tessuto sociale. Serve andare alla radice del problema”.

Il Piano Urbanistico Generale divide e preoccupa. La Cgil propone un Osservatorio sociale per evitare speculazioni e rilanciare quartieri dimenticati come Librino e Nesima. “Vogliamo una città dei 15 minuti, con servizi, lavoro e cultura”.

La zona industriale, cuore produttivo etneo, resta una ferita aperta: blackout, allagamenti, strade dissestate. La Regione promette 50 milioni per la viabilità, ma il sindacato chiede garanzie e una regia interistituzionale.

Sul fronte industriale, la vertenza STMicroelectronics si è chiusa con il ritiro degli esuberi, ma resta aperta la sfida per un piano di espansione. Anche la Gigafactory 3SUN vive un momento critico, tra stop produttivi e concorrenza asiatica. “Serve chiarezza e dignità per i lavoratori”, incalza De Caudo.

Il caso Mics S.r.l., in liquidazione, ha lasciato 200 famiglie senza risposte. “Pretendiamo il pagamento delle spettanze e il blocco di operazioni opache”.

Grave anche il tema della sicurezza: 13 morti sul lavoro nel 2025, aggressioni agli autisti AMTS, edifici scolastici fatiscenti. “La sicurezza non è un costo, ma un diritto”, ribadisce il segretario.

Infine, la Cgil catanese sostiene la Global Flotilla per la Palestina. “Senza pace non può esserci lavorodiritti”, conclude De Caudo. “Catania può rinascere, ma solo con partecipazione e responsabilità condivise”.