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Verso la guerra

Esercitazione nucleare per la Nato, tra le nazioni coinvolte l'Italia: la risposta a Putin

Steadfast Noon: la Nato avvia un'esercitazione nucleare dai Paesi Bassi per testare prontezza, deterrenza e trasparenza, con 14 alleati e 2.000 partecipanti

Luigi Ansaloni

10 Ottobre 2025, 14:51

Esercitazione nucleare

L'esercitazione nucleare della Nato

La Nato avvia la sua esercitazione nucleare annuale, Steadfast Noon, con quartier generale nei Paesi Bassi. Obiettivo: verificare la prontezza operativa e mantenere efficiente la “deterrenza” dell’Alleanza, come ha spiegato il segretario generale Mark Rutte dalla base olandese di Volkel.

Un’iniziativa che, sottolinea, vuole essere “un chiaro segnale agli avversari potenziali”. “Possiamo e vogliamo difendere ogni alleato da ogni possibile minaccia”, ha rimarcato. Alle manovre partecipano 14 Paesi dell’Alleanza, tra cui l’Italia. L’addestramento, della durata di circa due settimane, si svolge oltre che a Volkel anche da installazioni in Belgio, Regno Unito e Danimarca, con attività principalmente sul Mare del Nord. Il contesto è quello delle recenti incursioni di droni russi nello spazio aereo Nato e del sorvolo di velivoli non identificati su Copenaghen il mese scorso.

“Queste incursioni più frequenti sono ovviamente qualcosa che stiamo monitorando attentamente”, ha dichiarato il colonnello statunitense Daniel Bunch, responsabile delle operazioni nucleari dell’Alleanza. “Lo scopo dell’esercitazione è garantire che la deterrenza nucleare della Nato rimanga sicura, efficace e credibile: voglio sottolineare che l’esercitazione è di routine, non è diretta contro alcun Paese e non è collegata ad alcun evento reale”, ha precisato Jim Stokes, direttore della politica nucleare dell’Alleanza. Proprio alla luce della fase internazionale tesa, quest’anno la Nato ha scelto di aumentare la trasparenza, fornendo il maggior numero possibile di dettagli per spiegare all’opinione pubblica cosa sta accadendo. “Ciò che facciamo è molto importante”, ha ribadito Rutte.

In totale saranno impiegati 71 aeromobili di 13 tipi differenti, inclusi jet a doppio impiego in grado di trasportare armamenti nucleari. Circa 2.000 persone prenderanno parte alle operazioni, compresi i team a terra. Non verranno utilizzate armi reali: le bombe atomiche non lasceranno i silos. “Una parte importante dell’esercitazione si concentrerà anche sull’elemento terrestre della protezione di queste armi”, ha spiegato Bunch, a capo delle operazioni nucleari della Nato presso lo Shape. “Ci concentriamo su una serie di minacce diverse che valutiamo e dalle quali dobbiamo difenderci, poiché si tratta di risorse che richiedono la massima sicurezza e protezione”. La recente ondata di droni non identificati sui cieli europei non sembra allarmare eccessivamente l’Alleanza.

“I droni non rappresentano una nuova minaccia per noi: sono qualcosa che comprendiamo e, ovviamente, teniamo d’occhio”, ha assicurato Bunch. “Ma abbiamo una serie di gruppi di gestione e di lavoro che collaborano con gli alleati per affrontare queste tecnologie emergenti e dirompenti e tutte le minacce che potrebbero comportare”. La fase operativa inizierà il 14 ottobre e si protrarrà per due settimane, con fulcro nel Mare del Nord e supporto dalle basi in Regno Unito, Belgio e Danimarca. Mosca osserverà con grande attenzione.

“Lo diamo per scontato”, ha chiosato Stokes. Un motivo in più per essere trasparenti, ricordando che fino a quattro anni fa persino il nome delle manovre era classificato. “C’è anche un’opinione pubblica globale più ampia e siamo consapevoli che a volte ci sono forse delle critiche su ciò che facciamo”, ha aggiunto. “Ma vogliamo essere sicuri che la gente capisca che siamo un’alleanza nucleare responsabile: non agiamo in modo aggressivo, non usiamo una retorica nucleare irresponsabile”.