San Berillo
“La festa del giocattolo” in piazza Falcone: l’integrazione fra popoli attraverso il gioco
Un modo per fare incontrare le varie culture che vivono nel quartiere
P
er un giorno si sono ripresi la piazza. I bambini del quartiere San Berillo hanno accolto l’invito a partecipare alla “Festa del giocattolo” organizzata in piazza Falcone dai Cavalieri della Mercede e dall’Osservatorio urbano e laboratorio politico con la collaborazione della parrocchia del Crocifisso della Buona Morte. Gli animatori di queste due realtà che operano nel quartiere hanno pensato, in vista della ricorrenza dei Defunti, di proporre, rivisitandola, una delle nostre tradizioni più significative, quella del dono di giocattoli ai più piccoli da parte dei nonni scomparsi, espressione e augurio del rinnovarsi del legame tra le generazioni. Una tradizione ormai sostituita dalla festa commerciale di Halloween.
I bambini, con i loro genitori e nonni, arrivano in piazza ad ondate, dopo la messa del Crocifisso della Buona Morte e quella della chiesa ortodossa che si apre sulla stessa piazza. Arrivano con i compagni della squadra di calcio San Berillo piccoli, e con adulti dei vari gruppi etnici che popolano il quartiere. Ci sono anche bambini che vivono in una struttura protetta.
All’arrivo una ricca colazione per tutti con biscotti, cioccolato, brioches, plumcake e succhi di frutta. Poi tutti a giocare, felici di scoprire i giochi di strada di una volta: il fazzoletto, il tiro alla fune, il “roverino”, cioè il lancio di un cerchio in modo che “centri” un palo di legno, e varie attività con la palla.
A organizzare le squadre sono Nino Bellia e un gruppo di ragazze Scout d’Europa. Le bimbe e i bimbi si sfidano. Si arrabbiano e piangono se perdono, ridono felici se ce la fanno, e alla fine la squadra che vince applaude quella che ha perso. Per i vincitori non è previsto alcun premio. Anche questo fa parte del gioco, dell’etica del giocare insieme. Solo dopo, a giochi conclusi, arriva il tempo della distribuzione dei giocattoli. Una montagna. Di tutti i tipi. Tutti dati in dono ai Cavalieri della Mercede che li hanno portati in piazza Falcone, per un giorno rinominata “Piazza dei popoli”.
Ci sono animali di pelouche di ogni genere: cani, porcellini, papere, leoni, coccodrilli, topolini, pecorelle, tartarughe, cerbiatti. E poi giochi in plastica per la prima infanzia e ancora macchinine, bambole, palle, borsette, trenini, dinosauri, colori, puzzle, giochi da tavolo, colori, pallottolieri. Una festa che si conclude con un pranzo comune in piazza. La parrocchia mette a disposizione i propri tavoli che si riempiono di pietanze. Ogni famiglia, ogni gruppo, ogni persona ha portato qualcosa, piatti cucinati in casa o acquistati. Il bello è condividere questo momento mentre i clown di Spazio Clatù stupiscono i bambini e li fanno ridere ancora prima del rientro a casa.
«Abbiamo voluto fare vivere la piazza come piazza dei popoli - spiega Elvia Brancé, direttrice della Casa della Mercede -. Il nostro obiettivo è integrare le varie realtà del quartiere e farle conoscere fra di loro. Per questo intendiamo organizzare un’iniziativa al mese, magari creando dei laboratori per ragazzi». «Immaginiamo questa piazza come un centro di aggregazione tra le realtà del luogo e le persone di varie nazionalità e varie culture che vivono nel quartiere», aggiunge Giuseppe Giuffrida dell’Osservatorio mentre discute con Dario Distefano del prossimo attesissimo incontro a Zia Lisa della squadra di calcio di strada San Berillo.