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il caso

Trapani, l'acqua della diga finisce nei campi e non nelle case: molti comuni rischiano la sete ì

L’Ati contro la Regione per i prelievi idrici dall'invaso Garcia: «Non siamo stati mai ascoltati»

18 Novembre 2025, 05:04

Trapani, l'acqua della diga finisce nei campi e non nelle case: molti comuni rischiano la sete ì

Un mese fa l’Ati Idrico aveva chiesto alla Regione Siciliana di sospendere i prelievi per uso irriguo e di destinare maggiori risorse idriche al consumo civile. Oggi l’ente alza il tono e denuncia le gravi responsabilità della cabina di regia regionale, accusata di aver autorizzato prelievi eccessivi dalla diga Garcia, compromettendo la disponibilità di acqua potabile nei Comuni. La denuncia è stata formalizzata nel corso di una conferenza stampa dal presidente dell’Ati, Francesco Gruppuso, sindaco di Calatafimi Segesta, insieme al direttore generale Pierluigi Carugno e al sindaco di Trapani Giacomo Tranchida. I due hanno illustrato lo stato di crisi che il territorio sta affrontando e che rischia di aggravarsi ulteriormente nei prossimi mesi.

“Siamo passati dai 22 milioni di metri cubi del 2024 ai 18 milioni del 2025 – ha spiegato Gruppuso – e nonostante questa riduzione sono stati autorizzati altri 5 milioni di prelievo per l’irriguo. Così rischiamo di rimanere a secco già da gennaio 2026”. Secondo l’Ati, la crisi nasce dal mancato recupero dell’invaso Garcia, principale fonte di approvvigionamento del sovrambito, da cui si preleva acqua sia per uso potabile che agricolo. Gruppuso parla di “prelievi imprudenziali” e punta il dito contro responsabilità tecniche, amministrative e politiche. “Non siamo stati ascoltati – ha aggiunto – e oggi ci ritroviamo con oltre 4 milioni di metri cubi in meno rispetto allo scorso anno, in un periodo che era già di crisi”.

Il presidente ha ricordato come nelle varie cabine di regia l’Ati si sia sempre opposto alle direttive imposte dalla Regione, senza trovare riscontro alle preoccupazioni manifestate. C'è stata anzi una riduzione dal sistema di Montescuro Ovest. “Se oggi siamo in una situazione di crisi molto grave – ha detto – ci sono responsabilità chiare. È necessario capire perché nell’invaso Garcia non si accumula acqua, nonostante i dati pluviometrici indichino piogge sufficienti”. Un atto d’accusa forte, che mette in evidenza la fragilità del sistema idrico siciliano e la necessità di decisioni rapide e concrete per evitare che il territorio rimanga senz’acqua già all’inizio del nuovo anno. L’Ati chiede adesso alla Regione interventi strutturali immediati, tra cui l’operatività del dissalatore che deve arrivare a 96 litri al secondo di acque in rete, l’interconnessione del sistema Montescuro con quello regionale, il by pass dei pozzi di Trapani e l’ammodernamento del depuratore consortile di Trapani.