canicattì
Pensionati, rischio povertà dietro l’angolo
La metà degli aventi diritto percepisce dall'Inps un rateo mensile che non supera i 630 euro
Pensionati
Aumentano, nel 2025, i cittadini che vivono con una pensione che non supera i 630 euro mensili. Infatti, rispetto all’anno precedente sono 1.240, nel 2024 erano poco meno di mille.
Salgono a 4.600 i residenti a Canicattì invece che percepiscono un vitalizio che non va oltre gli 800 euro al mese, l’anno scorso erano 4.480. 2.255 le persone che riscuotono di pensione una somma che non supera i 1.000 euro mensili (nel 2024 erano 2.135), scendono a 438 invece coloro i quali non vanno oltre i 1.300 euro (l’anno precedente erano 459).
Sono i dati della sede agrigentina dell’Inps, che si riferiscono alla città famosa per la sua uva Italia. Scorrendo la graduatoria sono in totale 105 i cittadini che ogni mese hanno una pensione compresa tra i 1.200 ed i 1.350 euro; 52 coloro i quali riscuotono un assegno tra i 1.350 e i 1.600 euro mensili; 34 arrivano da 1.500 a 1.800 euro. Infine 39 i pensionati che hanno un vitalizio mensile che supera i 3.500 euro. In totale sono 8.456 le pensioni erogate dalla sede di Agrigento dell’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale nella città Canicattì.
Le pensioni di vecchiaia sono in tutto 2.368, quelle di invalidità 1.147, quelle di reversibilità a favore del coniuge in vita 1.865, coloro che invece percepiscono l’assegno sociale pensionistico 1.238, 1.858 gli invalidi civili.
Dai dati salta immediatamente fuori come la stragrande maggioranza dei pensionati canicattinesi vive sulla soglia della povertà considerato che il tetto minimo stabilito per ogni nucleo familiare è di 1.200 euro al mese. Numeri eloquenti che inseriscono circa il 50% dei pensionati di Canicattì in una fascia che si può definire a ridosso della povertà. C’è in sostanza metà della popolazione anziana che vive con 800 euro al mese e, tra questi, più del 10% si arrangia con una cifra di 630 euro mensili. Cifra difficile da immaginare per chiunque abbia un minimo contatto con la realtà e che rende più comprensibile la rabbia diffusa tra la popolazione. Così come a fare da contraltare troviamo le cosiddette pensioni d’oro, in totale 39 che rendono più di 3.500 euro al mese.