Il caso
Gela, necropoli di via Di Bartolo messa a dura prova dalle piogge: umidità limitata ad un piccolo lembo, Open Fiber non responsabile
Soprintendenza e Comune chiedono interventi per tutelare i reperti, la lastra di copertura non ha fessure
Sopralluogo oggi alla necropoli di via Di Bartolo messa a dura prova dalle piogge dei giorni scorsi. Al museo all'aperto finanziato da Open fiber è scattato l'allarme dopo che nell'area archeologica sono state notate tracce di umidità proprio nei giorni della pioggia battente. La Soprintendenza di Caltanissetta così come il Comune hanno chiesto l'intervento della ditta che ha eseguito i lavori per conto di Open fiber. La stessa Soprintendenza ha chiesto certezze sullo stato dei reperti non escludendo che, se dovessero paventarsi rischi per gli stessi, li avrebbe trasferiti altrove. Ma non dovrebbe essere così. Il problema potrebbe essere superabile.
Dalle verifiche effettuate in contradditorio tra le parti si è constatato che l’infiltrazione non proviene dalla lastra in vetro posta a protezione dei reperti in quanto la stessa è perfettamente sigillata e non presenta lesioni o fessure che permettono il passaggio dell’acqua, né sono presenti segni discendenti di infiltrazioni sulle pareti laterali o ristagni d’acqua sul terreno dove poggiano i reperti.
L’infiltrazione non interessa l’intera superficie della Necropoli ma è limitata a una porzione d’area in corrispondenza del Pitos posto sulla parete est, dove sono presenti ristagni d’acqua sul terreno e segni di muffa sulla parte del Pitos. Le cause delle infiltrazioni non sono da addebitare ai lavori di Open fiber.