Polizia municipale
In due sul monopattino e senza casco non rispettano l'alt: un agente picchiato a sangue
A Palermo, in due su un monopattino senza casco ignorano l’alt della polizia municipale: ventenne aggredisce un agente, body cam danneggiata e minorenne segnalata

Monopattino, generico
In due su un monopattino, senza casco, ignorano l’alt della polizia municipale di Palermo: è l’innesco di un’aggressione ai danni di un agente. È accaduto due giorni fa durante un’attività di controllo della cosiddetta mobilità dolce.
Una pattuglia ha fermato un ventenne e una ragazza minorenne all’altezza di piazza Villena. Alla richiesta di esibire i documenti per contestare le violazioni al Codice della strada, entrambi si sono rifiutati.
Il giovane, alla guida del mezzo, dopo aver fatto scendere l’amica ha tentato di allontanarsi, insultando gli agenti. Tra improperi e sputi, ha preso di mira uno dei due, passandogli addosso con calci e pugni.
Nel parapiglia è stata danneggiata anche la body cam in dotazione all’operatore, mentre all’agente è stata diagnosticata una prognosi di sette giorni. Richiamate sul posto, altre pattuglie sono intervenute in pochi istanti.
Gli agenti hanno immobilizzato il ragazzo, lo hanno ammanettato e lo hanno condotto nella caserma di via Ugo La Malfa per l’identificazione. Al termine degli accertamenti, il ventenne è stato posto agli arresti domiciliari, in attesa di processo.
Le ipotesi di reato contestate sono resistenza a pubblico ufficiale, lesioni e oltraggio a pubblico ufficiale. La minorenne, che si trovava a bordo del monopattino, è stata identificata e segnalata per gli aspetti di competenza in relazione alle violazioni al Codice della strada.
Il servizio rientrava in una serie di verifiche dedicate ai mezzi della mobilità leggera e al rispetto delle norme basilari di sicurezza: uso del casco, divieto di trasporto di passeggeri su monopattini non omologati, obbligo di fermarsi all’alt e di esibire i documenti.
L’episodio, avvenuto nel cuore della città, ha riportato l’attenzione sulla necessità di un comportamento responsabile alla guida e sulla tutela degli operatori impegnati nei controlli. Secondo quanto ricostruito, la reazione del giovane è degenerata subito dopo il tentativo di fuga, rendendo inevitabile l’intervento di più equipaggi per ripristinare l’ordine e garantire l’incolumità dei presenti.