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Ecomafie

«Impressionanti» i numeri e le storie della criminalità ambientale in Sicilia

Legambiente ha reso noti i dati: l'isola è la prima regione per reati contro gli animali con 1.015 illeciti penali, +3,9% rispetto al 2023

Francesca Aglieri Rinella

07 Ottobre 2025, 18:48

«Impressionanti» i numeri e le storie della criminalità ambientale in Sicilia

«Impressionante»: così viene definita, nella premessa del rapporto Ecomafia 2025, la fotografia dei numeri e delle storie legate alla criminalità ambientale. Un aggettivo scelto per descrivere, in particolare, il secondo anno consecutivo di crescita a doppia cifra dei reati ambientali accertati grazie all’azione delle forze dell’ordine e delle Capitanerie di porto, impegnate nella difesa della legalità e nella tutela del territorio dai «ladri di futuro». Lo ha sottolineato a Palermo Tommaso Castronovo, presidente di Legambiente Sicilia, presentando il nuovo rapporto di Legambiente «Ecomafia 2025. I numeri e le storie delle illegalità ambientali in Italia».

L’illegalità ambientale in Sicilia

  • Primato nazionale per reati contro gli animali: 1.015 illeciti penali, +3,9% sul 2023.
  • Terza regione, dopo Campania e Puglia, per reati ambientali complessivi: 3.816 violazioni penali, pari a 10,4 al giorno, in lieve calo (-2,7%) rispetto al 2023.
  • Terza per illeciti nel ciclo del cemento: 1.183 reati, sostanzialmente stabili (1.181 nel 2023).
  • Quarta per incendi boschivi e di vegetazione, dopo Calabria, Puglia e Campania: 351 reati, in netta flessione (-41,6% sul 2023), 14 persone denunciate; prima per superficie bruciata (17.554 ettari) e seconda, dopo la Calabria, per numero di roghi (451).
  • Sesta per illeciti nel ciclo dei rifiuti: 709 reati, -2,3% sul 2023.
  • Settima per violazioni contro il patrimonio culturale (161), ma prima per numero di controlli.

I dati provinciali

  • Palermo è la provincia con più reati ambientali: 774 (+9% sul 2023), con 695 persone denunciate. Seguono Messina (412), Trapani (392), Agrigento (375) e Catania (366).
  • Trapani detiene il primato per incidenza: un reato ogni 6,3 km²; Palermo uno ogni 6,4 km²; Messina uno ogni 7,8 km².
  • Nel ciclo dei rifiuti guidano Agrigento e Palermo (124 reati ciascuna), poi Messina e Catania.
  • Nel ciclo illegale del cemento primeggia Messina (85 reati), quindi Palermo e Agrigento.
  • Per reati contro gli animali è prima Palermo (321), seguita da Trapani e Agrigento.

I delitti ambientali in Sicilia (giugno 2015 – dicembre 2024)

  • Prima regione per valore dei beni sequestrati ai sensi del Titolo VI-bis c.p. e dell’art. 25-undecies L. 231/2001: 432 milioni di euro.
  • Seconda, dopo la Puglia, per inquinamento ambientale (art. 452-bis c.p.): 256 reati, 832 persone denunciate (primato nazionale), 34 ordinanze di custodia cautelare, 143 sequestri per 116,2 milioni di euro.
  • Terza, dopo Calabria e Puglia, per disastro ambientale (art. 452-quater c.p.): 24 reati, 45 persone denunciate, 3 ordinanze di custodia cautelare, 6 sequestri per 78 milioni di euro.
  • Sesta per attività organizzata di traffico illecito di rifiuti (art. 452-quaterdecies c.p.): 42 reati, 391 persone denunciate (seconda dopo la Lombardia), 39 misure cautelari e 22 sequestri, per 10 milioni di euro.
«Per quanto riguarda l’allarmante e inquietante fenomeno degli incendi boschivi e di vegetazione, oramai fuori controllo, aggravato dagli effetti dei cambiamenti climatici, constatiamo l’inefficacia del sistema di contrasto agli incendiari che emerge anche dal divario del numero di denunce rispetto agli incendi appiccati. Se nel Piemonte e nelle Marche ad ogni incendio corrisponde 8 denunce, in Sicilia al contrario abbiamo solo 1 denuncia ogni 32 incendi a dimostrazione che ancora oggi è estremamente difficile individuare i responsabili delle azioni criminose.»
«Anche qui, come per l’abusivismo edilizio, Legambiente ha elaborato sia documenti di analisi dello specifico contesto regionale che diverse proposte, indirizzate innanzitutto alle istituzioni regionali, per adottare alcune misure urgenti come prima risposta alle devastazioni di questi anni. Chiediamo al Governo Regionale di assumere alcune iniziative a livello nazionale per l’inasprimento delle sanzioni, per potenziare la presenza dei Carabinieri Forestali in Sicilia e quella dei Vigili del Fuoco, e affinché i mezzi per lo spegnimento, in particolare quelli aerei, siano solo di proprietà statale e gestiti dal pubblico, al fine di scongiurare interessi non leciti in questo settore, come già emerso alcuni anni fa in Sicilia e ipotizzato anche in altre inchieste nazionali.»
«Ma, grazie anche alle denunce e agli esposti che hanno fatto i nostri circoli e il nostro ufficio regionale, è stato possibile avviare inchieste importanti che poi sono sfociate in processi come quello dei furti di sabbia dall’area forestale del Maccone Bianco ad Ispica, o quelli per inquinamento e disastro ambientale nella zona del petrolchimico
«Così come è stato determinante il nostro intervento in questi anni per contrastare ogni ipotesi di sanatoria per i manufatti abusivi costruiti entro i 150 metri dalla battigia e che ha visto finalmente rigettata anche dalla corte costituzionale le questioni di legittimità costituzionale della norma regionale che prevede sin dal 1976, immediatamente efficace ed erga omnes, il divieto di inedificabilità assoluta nella fascia costiera dei 150 metri