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PICANELLO

L’ultimo affronto, sacche di urina sugli alberi: «A Catania si fa una battaglia contro la decenza»

«Siamo davanti a un degrado urbano che fa venire rabbia», è il commento dell'autrice

Redazione Catania

07 Ottobre 2025, 22:30

L’ultimo affronto, sacche di urina sugli alberi: «A Catania si fa una battaglia contro la decenza»

Una sacca di urina appesa a un albero in via Maria Gianni, a Catania, nel quartiere di Picanello

Quel ramo... Che mostra non già un frutto il cui succo diviene nettare e «canto della terra verso il Cielo», non ha grappolo il cui succo procuri ebrezza, non c’è nettare e manco ambrosia cari agli dei. Quel ramo, anzi due, anzi tre di alberi dall’esile tronco che appaiono stanchi tra sacchi di monnezza e avanzi di cibo e piattini con croccantini lasciati sul bordo del muro da qualche gattara, non mostrano beltà alcuna, ma urina in sacche per catetere.

Non è il solito gesto di inciviltà da scarico abusivo, questa volta siamo di fronte a un'interpretazione originale del concetto di «verde pubblico»? Mentre si ergono alle spalle di quei rami alcune palme già più volte arse da fiamme di incedi estivi per l’arida steppa e materiale di ogni sorta tutto d’intorno, adesso c’è un’installazione d’arte. Perché non un po' di colore? Sacche di urina sugli alberi come nuovo trend cittadino. Chi è l’autore? Qual è il titolo dell’opera: “Piove piscio dagli alberi”? Dopo la spazzatura che invade le strade, le buche da record e i marciapiedi trasformati in piste da corsa per acrobati, ecco un'opera artistica che sicuramente cambierà il concetto di bellezza urbana.

Un capolavoro della natura, frutto di un'ispirazione che neanche i più grandi maestri del Rinascimento avrebbero osato concepire. Siamo sempre pronti a lamentarci per la mancanza di decoro pubblico, per la sporcizia che sembra crescere in modo esponenziale, ma in realtà dovremmo solo guardare più attentamente. Il popolo, ha deciso di colmare le lacune lasciate dall'amministrazione comunale. Il cittadino si fa carico del compito di trasformare la città in un museo a cielo aperto. Se proprio si dovesse immaginarla come un’opera d’arte, la si potrebbe associare all’opera di Dalì, quella conosciuta come “Gli orologi molli”: in quel quadro, un esile tronco e ramo spoglio è sostegno a orologio schiacciato dal tempo e dal calore. Così, anche nella bucolica realtà di una strada urbana, in via Maria Gianni, a Picanello, sugli esili rami resistono le sacche schiacciate dal tempo e dal calore.

Che dire? Per quanto si cerchi di fare ironia, siamo davanti a un degrado urbano che procura rabbia. Le sacche di urina, appese come macabre decorazioni alla corteccia. Un gesto tanto disgustoso quanto simbolico di un crescente senso di abbandono e degrado che sembra permeare alcuni angoli della nostra città, come se la città fosse ormai un campo di battaglia contro la decenza e il buon senso e un’indifferenza sociale che sembra affliggere la nostra società. Quello che emerge è la totale assenza di rispetto per gli spazi urbani, un'incapacità di vedere la città come un bene comune da preservare e valorizzare. La politica urbana sembra aver abdicato alle proprie responsabilità. La nostra città sta lentamente perdendo la sua identità di luogo di comunità e di bellezza condivisa.

C'è da chiedersi: come è possibile arrivare al punto di abbandonare in modo così disinvolto un rifiuto sanitario in un luogo pubblico? Questo non è solo un atto di incuria nei confronti della città, ma una chiara manifestazione di indifferenza verso la collettività. È ora di reagire a questo degrado, di farsi carico di un senso di responsabilità civica, e di ripristinare il rispetto per l’ambiente urbano. A proposito, il titolo del quadro di Dalì anche noto come “Gli orologi molli” è “La persistenza della memoria” e non a caso abbiamo scelto tale associazione. Ecco: quelle sacche sui rami sono «persistenza della memoria di inciviltà»!