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«Non ce la faccio più», così Letterio ha deciso di lanciarsi dal balcone per "protestare" contro lo sfratto

L'uomo, 71 anni, originario di Messina viveva da tempo a Sesto San Giovanni. Da due anni non pagava l'affitto e l'ufficiale giudiziario si è presentato ottenere la consegna dell'alloggio. Non ha retto alla pressione. Le voci dei vicini

Redazione La Sicilia

08 Ottobre 2025, 20:07

20:59

«Non ce la faccio più», così Letterio ha deciso di lanciarsi dal balcone per "protestare" contro lo sfratto

Sfinito da una condizione insostenibile, dominata dall’angoscia per il futuro e dal disagio psicologico, un uomo di 71 anni si è tolto la vita gettandosi dal balcone durante l’esecuzione dello sfratto. È accaduto questa mattina a Sesto San Giovanni, alle porte di Milano, e il dramma ha riacceso il dibattito sulla gestione della marginalità sociale e del patrimonio abitativo nelle grandi città.

Il gesto estremo è avvenuto alle 9.15 in via Puricelli Guerra. All’ingresso del palazzo si trovavano il suo avvocato e il proprietario di casa, che dopo mesi di morosità e diversi passaggi formali aveva ottenuto l’esecutività del provvedimento. L’uomo, Letterio Buonomo, originario di Messina, incensurato, una vita da custode e un divorzio alle spalle, si è lanciato dal sesto piano sotto gli occhi attoniti dei passanti diretti al lavoro e delle forze dell’ordine presenti per coadiuvare la riconsegna dell’alloggio.

Non intendeva opporre resistenza: «Non ce la faccio più», ha scritto in un biglietto d’addio lasciato in vista, prima di buttarsi. I soccorritori del 118, giunti sul posto, non hanno potuto fare altro che constatarne il decesso.

Il sindaco di Sesto San Giovanni, Roberto Di Stefano, ha espresso cordoglio con una nota, precisando che l’uomo «non risultava possedere i requisiti per accedere al fondo per la morosità incolpevole a causa di un reddito elevato» e che viveva una «situazione di fragilità personale legata alla ludopatia». «Qualche settimana fa si era rivolto per la prima volta agli uffici comunali per richiedere informazioni sugli alloggi popolari – ha aggiunto –. Gli uffici competenti gli avevano fornito tutte le indicazioni necessarie per presentare domanda di assegnazione di un alloggio abitativo temporaneo nell’ambito del Servizio Abitativo Transitorio. Il soggetto non si è più presentato agli uffici, forse per timore che potesse giungere notizia ai familiari».

La vicenda ha suscitato reazioni anche sul piano politico. «La crisi abitativa uccide, letteralmente – ha scritto su X l’eurodeputata di Avs, Ilaria Salis –. In un Paese civile, una delle massime priorità dovrebbe essere garantire a ogni persona un’abitazione dignitosa. E invece, in Italia, gli interessi economici dei privati vengono anteposti ai bisogni essenziali della popolazione. Poi i risultati sono questi… La casa non deve essere un privilegio, ma un diritto». «Chiediamo una informativa urgente al ministro Matteo Salvini per sapere come il governo intenda affrontare l’annoso problema dell’accesso alla casa», ha dichiarato in Aula la deputata e vicepresidente di Azione, Giulia Pastorella, aggiungendo che «le situazioni di indigenza e di buona fede dovrebbero essere affrontate con rispetto e comprensione».