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Dopo le indagini

La richiesta di Dazn ai "pirati" dello sport: «Pagate 500 euro o ci tuteleremo»

Da gennaio sanzionati 2.500 utenti, mentre oltre 3.000 sono in fase di identificazione

Laura Mendola

08 Ottobre 2025, 21:31

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Una lettera dal tono perentorio sta raggiungendo migliaia di utenti italiani: Dazn, titolare dei diritti di trasmissione di Serie A, Serie B e competizioni europee, ha avviato un’azione legale contro chi ha fruito illegalmente dei suoi contenuti. La missiva propone un “indennizzo forfettario” di 500 euro per chi accetta di “comporre” l’accaduto e si impegna “a non porre in essere, in futuro, ulteriori comportamenti che ledano i diritti” della piattaforma. In caso di mancata risposta entro sette giorni, Dazn si riserva di procedere con azioni giudiziarie.

La stretta arriva dopo un’indagine condotta dal Nucleo Speciale Beni e Servizi della Guardia di Finanza di Roma e dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Lecce, sotto il coordinamento della procura locale. L’operazione ha smantellato una rete IPTV che trasmetteva contenuti protetti violando la legge sul diritto d’autore. Grazie a un’analisi incrociata di dati anagrafici, bancari e geografici, gli investigatori sono riusciti a risalire agli utenti finali.

Con l’autorizzazione della procura, i dati raccolti sono stati trasmessi ai titolari dei diritti, che ora dispongono delle informazioni necessarie per agire in sede civile e amministrativa. Dazn, si precisa, utilizza tali dati esclusivamente per ottenere il legittimo risarcimento dei danni subiti, sia patrimoniali che morali.

Il fenomeno della pirateria digitale, lungi dall’essere marginale, ha assunto dimensioni preoccupanti. Solo da gennaio, sono stati sanzionati quasi 2.500 utenti, mentre oltre 3.000 sono ancora in fase di identificazione. L’iniziativa di Dazn rappresenta un segnale forte: la fruizione illegale di contenuti non è più tollerata come una “furbata”, ma viene trattata come una violazione vera e propria, con conseguenze concrete.

In un contesto in cui la tutela dei diritti digitali diventa sempre più centrale, la lotta alla pirateria si configura non solo come una difesa del business, ma anche come un presidio di legalità. E per gli utenti coinvolti, la scelta è chiara: pagare o rischiare il tribunale.