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La ragazza dello stupro del Foro Italico fa dietrofront? La telefonata ad un podcaster può riaprire caso: «Fu rapporto consensuale»

La giovane oggi è stata denunciata perché ha inseguito un uomo con un coltello. Dei sette indagati in sei hanno condanne definitive

Redazione Palermo

08 Ottobre 2025, 23:04

23:07

La ragazza dello stupro del Foro Italico fa dietrofront? La telefonata ad un podcaster può riaprire caso: «Fu rapporto consensuale»

Stupro al Foro Italico

Svolta nel caso dello stupro di gruppo avvenuto due anni fa in un cantiere abbandonato del Foro Italico, a Palermo. Nel corso di una telefonata con l’autore di un podcast palermitano, la giovane che all’epoca denunciò di essere stata violentata da sette coetanei avrebbe ritrattato, sostenendo che si sarebbe trattato di un rapporto consensuale. Un elemento potenzialmente decisivo che i legali dei sette imputati — sei dei quali già raggiunti da sentenze definitive — intendono utilizzare per chiedere la revisione del processo.

Inseguiva un ragazzo con un coltello: denunciata

La difesa ha sempre sostenuto l’assenza di costrizione e il consenso dell’allora diciannovenne, tesi che era stata smentita da un video dell’aggressione, filmato con il cellulare dal più grande del gruppo, in cui la vittima chiedeva più volte di essere lasciata stare. Dopo essere stata abbandonata in strada, la ragazza aveva chiesto aiuto ai passanti e contattato l’allora fidanzato, con il quale si era recata in ospedale per farsi medicare.

Determinante ai fini delle condanne fu il racconto della giovane, che riferì di essere stata fatta ubriacare dal branco e di avere seguito il gruppo fino al cantiere dove sarebbe poi avvenuta la violenza.

Solo pochi giorni fa la terza sezione penale della Corte d’appello di Palermo ha confermato la condanna a quattro anni inflitta in primo grado a Samuele La Grassa, unico tra gli accusati ad aver presentato appello.

Per gli altri imputati, tra cui un giovane che all’epoca dei fatti era minorenne, è ormai definitiva la decisione della seconda sezione del Tribunale. Pene pesanti per Gabriele Di Trapani, Christian Maronia, Elio Arnao e Cristian Barone che, non avendo proposto impugnazione, hanno beneficiato dello sconto di un sesto previsto dalla riforma Cartabia e dovranno scontare condanne comprese tra sei anni e quattro mesi e sette anni di reclusione.