L'OMAGGIO
Messina, laurea alla memoria per Sara Campanella: l’Università la ricorda con due giornate di eventi contro la violenza di genere
Un tributo per la giovane studentessa vittima di femminicidio. La cerimonia il 23 ottobre nell’Aula Magna dell'ateneo

sara campanella
L’Università degli Studi di Messina conferirà una laurea alla memoria a Sara Campanella, la giovane studentessa del Corso di Laurea in “Tecniche di Laboratorio Biomedico” tragicamente uccisa lo scorso marzo, per strada, a Messina da un collega, Stefano Argentino, poi morto suicida in carcere. La cerimonia si terrà giovedì 23 ottobre alle ore 11, nell’Aula Magna del Rettorato, alla presenza dei familiari, dei docenti e della comunità accademica.
Un gesto simbolico, ma dal profondo valore umano e civile. Sara, descritta dalla Rettrice prof.ssa Giovanna Spatari come “una studentessa brillante, piena di vita e di progetti”, è diventata suo malgrado un simbolo della brutalità del femminicidio. La sua giovane esistenza è stata spezzata da chi avrebbe dovuto amarla, in un caso che ha profondamente scosso la città e l’intero Paese.
Un riconoscimento che è anche un impegno
“La laurea alla memoria di Sara – ha dichiarato la Rettrice – non è solo un atto accademico, ma un impegno collettivo verso la promozione di una cultura della non violenza e del rispetto. In questi mesi l’Ateneo ha portato avanti un percorso costante su questi temi, e il conferimento del titolo postumo rappresenta un tassello di un progetto più ampio, non un punto di arrivo”.
In questa direzione si inserisce anche l’organizzazione di due giornate dedicate non solo al ricordo, ma anche alla sensibilizzazione sociale.
“Fili invisibili”: un cortometraggio per non dimenticare
Il primo appuntamento è previsto per mercoledì 22 ottobre alle ore 19:00, al Cinema Apollo, con la proiezione del cortometraggio “Fili invisibili”, diretto da Fabio Schifilliti e prodotto da Gran Mirci Film. Il film, realizzato nell’ambito del progetto scolastico “Oltre le ombre” dall’Istituto ITT-LSSA Copernico di Barcellona Pozzo di Gotto, intreccia la storia di Sara Campanella con quella di Graziella Recupero, altra giovane vittima di femminicidio, assassinata nel 1956.
Un parallelismo doloroso che sottolinea la tragica persistenza di una violenza che attraversa le generazioni. Il cortometraggio ha ricevuto il Premio CIPS Cinema per la scuola, sezione Visioni fuori luogo, nell’ambito delle Giornate del Cinema per la Scuola (24-26 settembre 2025), promosse dai Ministeri della Cultura e dell’Istruzione.
“Il film è un messaggio di denuncia e consapevolezza – ha dichiarato Giuseppe Ministeri, amministratore unico di Gran Mirci Film – ed è patrocinato anche dall’Università di Messina, che ha sostenuto fin dall’inizio il valore educativo del progetto”.
Una ferita ancora aperta
Sara Campanella è stata uccisa lo scorso marzo in un tragico caso di femminicidio che ha lasciato sgomenta l’intera comunità. La giovane, prossima alla conclusione del suo percorso di studi, era molto apprezzata dai docenti e amata da colleghi e amici. La sua scomparsa ha acceso i riflettori, ancora una volta, su un’emergenza sociale che continua a mietere vittime.
Le indagini dei carabinieri hanno accertato che Sara Campanella il giorno del suo femminicidio si era accorta di esser seguita e aveva inviato un messaggio alle amiche con la scritta "il malato mi segue". Per documentare le molestie quel giorno la studentessa aveva attivato la registrazione audio sul suo cellulare. "Non voglio nulla con te - aveva detto Sara a Stefano - spero ora, dopo un anno, di essere stata chiara. L'ultima volta ti ho detto di lasciarmi in pace, cosa hai capito di questa cosa? Tu te ne torni a casa tua, io continuo per la mia strada, o mi devi seguire fino… Mi stai seguendo". E alle contestazioni di lui era stata ancora più chiara: "Ti fai film come se noi avessimo avuto non lo so che cosa. Se c'è stato, c'è stato tipo un saluto e basta". L'audio, confluito negli atti dell'inchiesta, documenta tutte le fasi che hanno preceduto il femminicidio fino alle coltellate, fatale una alla gola.
Un Ateneo in prima linea contro la violenza
Con queste iniziative, l’Università di Messina riafferma il proprio ruolo attivo nella lotta contro la violenza di genere, non solo attraverso la formazione, ma anche con la promozione di eventi, progetti e percorsi culturali capaci di generare consapevolezza e cambiamento.
“Non ci siamo voluti fermare alla cerimonia – ha concluso la Rettrice – ma abbiamo voluto inserirla in un’iniziativa più ampia, perché la memoria di Sara deve diventare responsabilità collettiva. Solo così potremo trasformare il dolore in un motore di cambiamento”.
Due giornate, dunque, per onorare la memoria di una giovane vita spezzata, ma anche per ribadire un messaggio forte: contro la violenza di genere non basta il cordoglio. Serve l’impegno, quotidiano, di tutti.