Giudiziaria
Pascoli e aste pilotate: rinviati a giudizio sette indagati dei clan attivi tra Marsala e Mazara del Vallo
Il pm chiede fino a 12 anni per altri imputati

Guardia di Finanza
Il gup di Palermo, Ivana Vassallo, ha disposto il rinvio a giudizio, dinanzi al Tribunale di Marsala, di sette indagati coinvolti nell’operazione della Guardia di Finanza e della Dda che, lo scorso 16 dicembre, aveva portato all’esecuzione di 18 misure cautelari nei confronti di presunti appartenenti e fiancheggiatori dei clan attivi tra Marsala e Mazara del Vallo.
Compariranno in aula Giancarlo Nicolò Angileri, 60 anni, Giovanni Piccione, 58, Michele Marino, 65, Gaspare Tumbarello, 49, e Massimo Antonio Sfraga, 52, tutti di Marsala; insieme a Giuseppe Prenci, 28, e Vito Ferrantello, 42, entrambi di Mazara del Vallo. La prima udienza è fissata per il 2 dicembre.
Nell’ambito del medesimo procedimento, lo scorso 30 settembre il pm della Dda Francesca Dessì ha richiesto la condanna dei nove imputati che hanno optato per il rito abbreviato: 12 anni di reclusione per Domenico Centonze, 50enne pastore marsalese; 10 anni ciascuno per Pietro Centonze, classe ’50, padre di Domenico, per Pietro Centonze, classe ’69, cugino di Domenico, e per il mazarese Alessandro Messina. Chiesti inoltre 8 anni a testa per Pietro Burzotta, genero del defunto boss Vito Gondola, e per i mazaresi Paolo Apollo e Ignazio Di Vita; 2 anni e 8 mesi per il marsalese Antonino Giovanni Bilello; 6 mesi per il mazarese Lorenzo Buscaino.
Secondo gli inquirenti, Burzotta avrebbe raccolto l’eredità di comando del suocero Vito Gondola, assumendo un ruolo di vertice nella gestione di attività illecite legate al controllo dei pascoli. Le indagini si sono concentrate proprio sul sistema di gestione delle aree di pascolo e hanno fatto luce anche su un episodio di turbativa d’asta relativo alla vendita giudiziaria di un terreno situato tra Mazara e Petrosino, di proprietà della società «Orto Verde», che presunti mafiosi e sodali avrebbero tentato di pilotare per favorire l’aggiudicazione a soggetti vicini all’organizzazione criminale.