La protesta
«Assemblea sì, ma solo da remoto». Gli studenti occupano il Galilei: «Grave limitazione alla democrazia»
Stamattina al Liceo Scientifico catanese è arrivata anche la Digos. Molti genitori ai cancelli chiedono di annullare la protesta e aprire un dialogo fra preside e studenti
Il Liceo Galileo Galilei di Catania occupato dagli studenti. Il preside avrebbe imposto di svolgere l’assemblea studentesca, prevista ieri, da remoto. Erano previste le presentazioni delle candidature per le elezioni studentesche che sono previste per domani. Gli studenti ritengono leso il loro diritto democratico al confronto. E così hanno scelto di occupare l’istituto.
Stamattina ai cancelli dell’istituto superiore c’erano anche i genitori che chiedevano ai ragazzi un passo indietro per poter arrivare a un confronto. E c’è stato anche un messaggio, in questo senso, che ha girato fra i genitori degli studenti chiedendo di essere compatti. Anche il personale della Digos, intorno alle 7,30, è andato a scuola per dialogare con gli occupanti. Si cerca di trovare un compromesso per poter ritornare a fare lezione regolarmente. Anche il preside si è presentato ai cancelli: il tentativo è di trovare un punto di incontro con gli organizzatori dell’occupazione.
La decisione di protestare è nata come si legge in un documento «a seguito della circolare pubblicata in data 25 ottobre 2025, con la quale si disponeva una modifica unilaterale delle modalità di svolgimento dell’assemblea studentesca prevista per il giorno 27 ottobre (ieri), imponendone la realizzazione in modalità telematica. La motivazione riportata nella circolare, ossia la presunta inagibilità dell’Aula Magna (mai verificata dagli addetti) a causa di “danni” occorsi durante l’assemblea del 25 ottobre, risulta non correttamente contestualizzata. È infatti necessario chiarire che tale assemblea era destinata esclusivamente alle classi del biennio e alle classi terze, come da comunicazioni ufficiali, e che le classi quarte e quinte non erano in alcun modo coinvolte né presenti durante i fatti contestati. Nonostante ciò, il preside ha deciso di penalizzare proprio queste ultime, negando loro la possibilità di partecipare di persona ai discorsi di presentazione dei candidati, optando per una modalità telematica che ha compromesso la piena fruizione e il valore stesso del momento democratico. Fra l’altro parte dei danni segnalati dalla presidenza risalivano a prima dell’assemblea d’istituto, come il tavolo dell’aula magna ormai instabile da anni». Per gli studenti si sta compromettendo l’intera campagna elettorale studentesca, limitando la possibilità dei candidati di presentarsi in modo chiaro e paritario di fronte agli elettori».
Gli studenti alla fine scrivono: «In conclusione, le classi quarte e quinte non hanno avuto la possibilità di assistere ai discorsi di presentazione dei candidati, ritrovandosi a dover votare in data 29 ottobre in modo ingiusto e non professionale, senza aver potuto partecipare pienamente a un momento fondamentale di democrazia studentesca. Riteniamo che questa gestione arbitraria, disorganizzata e poco trasparente, degli spazi e dei tempi di partecipazione, rappresenti una grave limitazione del diritto di assemblea, nonché un segnale di sfiducia istituzionale nei confronti della rappresentanza studentesca. Desideriamo che la nostra voce non venga più ignorata, ma ascoltata e rispettata, perché una scuola giusta e partecipata nasce solo dal coinvolgimento consapevole di chi la vive ogni giorno».