Operazione Centauri
La sparatoria al viale Grimaldi a Catania, ricorsi rigettati: definitive undici condanne
La Cassazione mette il punto nel processo abbreviato: la sentenza nei confronti dei cappelloti è irrevocabile.
 
									Ricorsi rigettati. La Cassazione mette il punto sul processo, stralcio abbreviato, scaturito dall’inchiesta Centauri che permise di identificare i componenti dei due gruppi armati che si spararono a vicenda fra le curve del viale Grimaldi l’8 agosto 2020. Un conflitto di fuoco che vide contrapposti cappelloti e cursoti-milanesi. La sparatoria fece piombare per una sera la città nel clima di sangue degli anni Novanta quando si contavano 100 morti ammazzati l’anno. Sull’asfalto si contarono due morti (Enzo Scalia e Luciano D’Alessandro) e diversi feriti.
 
 Questo troncone riguarda i cappelloti che sono stati accusati di tentato omicidio. La Suprema Corte, rigettando i ricorsi delle difese, ha confermato le condanne comminate dalla Corte d’Appello l’anno scorso. Quindi diventa irrevocabile la sentenza nei confronti di Massimiliano Cappello (12 anni), Gaetano Ferrara (7 anni e 4 mesi), Renzo Cristaudo (9 anni), Alessio Concetto Bertucci (collaboratore di giustizia, 4 anni), Santo Antonio Lorenzo Guzzardi (2 anni), Gaetano Nobile (9 anni), Riccardo Pedicone (10 anni), Rinaldo Puglisi (7 anni e 4 mesi), Luciano Guzzardi (10 anni), Sebastiano Cavallaro (9 anni) e Luciano Tudisco (9 anni).
Le indagini, che sono state condotte dai carabinieri con il coordinamento del procuratore aggiunto Ignazio Fonzo e del sostituto procuratore Alessandro Sorrentino, portarono immediatamente a far scattare dei fermi fra le file dei cursoti-milanesi. E in particolare finì dietro le sbarre Carmelo Distefano, che è stato condannato a 20 anni per omicidio in appello assieme a Roberto Campisi. Nei faldoni dell’inchiesta sono finiti anche i verbali di diversi collaboratori di giustizia che hanno permesso agli investigatori di poter ricostruire nei minimi particolari quello che avvenne in quei giorni. La sparatoria fu l’ultimo atto di un’escalation di violenza che partì con il pestaggio di Gaetano Nobile in via Diaz da parte dei “milanesi”. L’uomo si rivolse ai cappelloti per risolvere la questione. Ma invece la situazione precipitò.
Ora la procura generale di Catania potrebbe far scattare l’ordine di arresto per gli imputati che al momento sono liberi. Fra questi, Nobile, oggi presente a Roma per il verdetto finale.
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