Il prefetto Cucinotta e i rilievi della Corte dei Conti: «Non vi è stata alcuna attività preparatoria all'evento. Quando sono arrivata abbiamo cominciato da zero»
La presidente della Fondazione Agrigento 2025 parla della relazione della magistratura contabile e delle criticità riscontrate
 
												Maria Teresa Cucinotta
Il prefetto Maria Teresa Cucinotta sul severo giudizio della Corte dei Conti relativo alla gestione di Agrigento Capitale Italiana della Cultura 2025 mantiene l’aplomb che si confà a un alto funzionario dello Stato. Dice insomma molto senza però dirlo rispettando il suo ruolo di presidente del CdA della Fondazione Agrigento 2025.
«Il controllo della Corte dei Conti è in corso di gestione ed è chiaro – dice – che una gestione cominciata con gli enormi ritardi che sappiamo ha qualche problema. Quando mi sono insediata abbiamo dovuto ricominciare da capo, non c’era manco la sede, il personale, non c’era niente. Anche i progetti non erano definitivi ma erano idee che andavano concretizzate sul territorio».
Cucinotta misura e pesa le parole: «Tutta la macchina gestionale non era chiavi in mano. Se ci fosse stata una adeguata attività preparatoria nell’anno e mezzo che ha preceduto il 2025… Abbiamo cominciato da zero ed è quindi ovvio che poi la Corte dei Conti trova ritardi. Ma va detto che però ha dato atto che ci sono stati dei miglioramenti». E insiste: «Non c’è stata l’adeguata attività preparatoria». Se le si chiede di chi è la responsabilità glissa: «Non sono qui per accusare qualcuno». Ad ogni modo punta a finire bene questo 2025 caratterizzato da gaffe e polemiche: «Entro dicembre finiremo tutti e 44 progetti del dossier, compreso quello più importante come la mostra di Banksy».
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