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il caso

Bambina “invisibile” per la burocrazia: la denuncia di un padre tra Agrigento, Realmonte e Comitini

Registrata alla nascita nel capoluogo ma gli uffici "dimenticano" di trasmettere i dati nel paese della madre: impossibile fare la carta di identità. Poi arriva la soluzione. Il padre: «Vi racconto la nostra odissea»

Redazione Agrigento

07 Novembre 2025, 18:03

18:27

Bambina “invisibile” per la burocrazia: la denuncia di un padre tra Agrigento, Realmonte e Comitini

La nascita di una bambina, Maria (nome di fantasia), il 17 agosto scorso avrebbe dovuto essere l’inizio di una nuova vita, ma si è trasformata in un incubo burocratico che ha messo a dura prova la pazienza di un padre e di una madre e la funzionalità degli uffici comunali di almeno tre comuni della provincia di Agrigento.

Dopo aver registrato la neonata come prassi al Comune di Agrigento, dove l’impiegata assicurava che la pratica sarebbe stata trasmessa al Comune di Realmonte, la famiglia – i genitori sono stimatissimi professionisti agrigentini - si è ritrovata di fronte a un muro di silenzi e inefficienze.

«Il 17 agosto scorso è nata Maria – ha raccontato il papà della piccola – e la mattina successiva sono andato al Comune di Agrigento per registrarla. L'impiegata, gentilissima, mi aveva spiegato che la bimba sarebbe stata “caricata” sulla residenza della mamma e che avrebbero provveduto loro a inviare tutta la documentazione al Comune di Realmonte per effettuare la registrazione. Ora abbiamo scoperto l’inghippo perché siamo andati per la carta d'identità di Maria. Per ragioni di praticità siamo andati a Comitini visto che lì non serve la prenotazione. Siamo stati accolti con estrema cortesia e una volta caricata l'anagrafica di Maria, il sistema ha dato errore: non risultava nessuna registrazione anagrafica».

Un sistema inefficiente e poco trasparente 

A quel punto i genitori hanno chiesto lumi al Comune di Agrigento: «L'ufficiale d'anagrafe – ha raccontato il papà della piccola Maria -, senza chiedermi i dati della neonata, ha detto che sono sicuri di aver inviato tutto e che comunque , testuali parole “non era affare loro”. Ho cercato di spiegare loro che la situazione era gravissima perché per lo Stato Italiano mia figlia non esiste e quindi era priva di qualsiasi diritto. Ma a loro non importava nulla. “Deve rivolgersi al Comune di Realmonte, dove peraltro nemmeno hanno risposto al telefono. Da Comitini siamo quindi andati a Realmonte, lontana quasi 40 km, e durante il tragitto, e la cosa qui ha cominciato a insospettirmi, mi hanno chiamato dal Comune di Agrigento dicendo che avevano fatto i controlli e che avevano inviato tutto a Realmonte. Qui mi sono molto arrabbiato e ho minacciato di fare denunce».

Diritti negati e responsabilità istituzionali

Arrivati a Realmonte i genitori hanno appreso che la pratica era stata registrata: «Arriviamo a Realmonte – è sempre il racconto del papà di Maria – sono stato stranamente accolto con tutti gli onori, e mi hanno subito detto che Agrigento ha appena trasmesso la pratica e che nel giro di 48 ore la piccola sarebbe stata registrata. Anche lì mi sono arrabbiato molto e ho detto che si prefigurava il reato di omissione di atti d'ufficio e che avrei provveduto a rivolgermi ad un legale, cosa che ho fatto. A chi credere? Ad Agrigento o a Realmonte? So solo sono che mi è parso un esempio di sciatteria e di inefficienza per non dire altro».

Cosa fare in casi simili

Chi si trova in situazioni analoghe può rivolgersi a un avvocato per inviare una diffida ad adempiere alla pubblica amministrazione, con la quale si chiede formalmente l’adempimento dell’atto dovuto e si minaccia l’azione legale in caso di mancata risposta. Inoltre, è possibile segnalare i disservizi agli organi di controllo e alle associazioni dei consumatori, che spesso intervengono per tutelare i diritti dei cittadini. La registrazione anagrafica è un diritto fondamentale. Senza di essa, un bambino non può accedere a servizi essenziali, come la sanità e la scuola, e rischia di diventare “invisibile” agli occhi dello Stato. La burocrazia, in questo caso, non è solo un fastidio: è un ostacolo che può compromettere il futuro di una persona.​