×

La requisitoria

A Milano c'è la "super Cupola" di Cosa nostra, 'ndrangheta e camorra: ecco chi sono i siciliani imputati nel processo Hydra

Cominciata la discussione dei pm davanti al gip. Su 140 imputati 80 hanno scelto l'abbreviato. Ci sono i verbali di William Cerbo da esaminare.

Laura Distefano

11 Novembre 2025, 15:02

15:08

Il super patto tra mafia, 'ndrangheta e camorra in Lombardia: entrano nel processo le dichiarazioni dello “scarface” catanese William Alfonso Cerbo

Finalmente il processo Hydra è entrato nel clou. A Milano c'è un «contesto mafioso» simile a quello calabrese, «né più né meno della Calabria». Così i pm della Dda milanese Alessandra Cerreti e Rosario Ferracane hanno iniziato la loro requisitoria nel filone del rito abbreviato, a porte chiuse e nell’aula bunker, per quasi 80 imputati. Le indagini dei carabinieri del Nucleo investigativo documentano una presunta «alleanza» tra affiliati di Cosa Nostra, 'ndrangheta e camorra in Lombardia per fare «affari», il cosiddetto «sistema mafioso lombardo».

In totale sono 146 imputati, di questi 77 hanno scelto l’abbreviato, 59 l’ordinario, mentre gli altri puntano a patteggiare. La requisitoria andrà avanti oggi fino al pomeriggio e si concluderà con le richieste di condanna nella prossima udienza tra due giorni. Mentre le difese parleranno il 17 e il 28 novembre, giorno in cui riprenderà pure il filone dell’udienza preliminare, sempre davanti al gup Emanuele Mancini. Diversi sono i siciliani in abbreviato, tra cui Giuseppe Fidanzati, figlio del boss di Cosa Nostra Gaetano Fidanzati, e Bernardo, Domenico e Michele Pace, che avrebbero fatto parte del mandamento della provincia di Trapani, con al vertice Paolo Aurelio Errante Parrino, parente del defunto boss Matteo Messina Denaro. Parrino però è in ordinario.

Un processo con tanti colpi di scena. Il procuratore Marcello Viola e la pm Cerreti, tra l’altro, nei mesi scorsi hanno ricevuto minacce legate alle indagini e per questo è stato disposto il rafforzamento della scorta. In un primo momento il gip aveva «cassato» la richiesta di misura cautelare dicendo che non c'erano elementi per l'esistenza dell’alleanza mafiosa. Ma poi invece Riesame e Cassazione ribaltarono la decisione disponendo gli arresti per gli associati della super Cupola.

Nella scorsa udienza il giudice aveva accolto la richiesta della Dda di acquisire nel processo i sei interrogatori, più altri atti a riscontro, di William Alfonso Cerbo, detto «Scarface», il nuovo pentito del maxi procedimento. Sul filone ordinario c'è ancora una riserva: ma sicuramente il collaboratore di giustizia potrebbe essere sentito nel dibattimento. Cerbo ha rivendicato il suo ruolo di «collettore economico a Milano del clan Mazzei di Catania». Un colletto bianco, non un boss militare. I verbali sono stati trasmessi a diverse procure. «Scarface» ha parlato di investimenti con infiltrazioni illecite in aziende, cliniche e nel settore delle costruzioni. Ma ci sono anche parti omissate. E inoltre Cerbo ha dato indicazioni sul caso di lupara bianca del boss catanese Gaetano Cantarella e di presunte talpe nelle forze dell'ordine.