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Urso blinda l’Isab di Priolo: «È in piena sicurezza. Continuità produttiva garantita»
Dopo la crisi Lukoil e il passaggio a GOI Energy, il Governo conferma la piena operatività della raffineria e vigila sul rispetto degli impegni industriali e ambientali
LO stabilimento Isab e nel riquadro nel ministro Urso
Il futuro della raffineria Isab di Priolo Gargallo torna al centro del dibattito politico ed economico nazionale. A margine del question time alla Camera, il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha assicurato che «lo stabilimento è in piena sicurezza a prescindere dalle vicende della proprietà», ribadendo l’impegno del Governo «a garantire la continuità produttiva, come previsto dal decreto-legge Isab e dal golden power esercitato con responsabilità e in modo appropriato».
Lo stabilimento di Priolo, tra i più grandi poli di raffinazione d’Europa, è stato per mesi al centro delle preoccupazioni del Governo e del territorio. Le sanzioni internazionali nei confronti di Mosca, introdotte dopo l’invasione dell’Ucraina, avevano reso difficili i rapporti bancari e l’approvvigionamento di greggio, minacciando la chiusura dell’impianto e mettendo a rischio migliaia di posti di lavoro tra diretti e indotto.
Per evitare una crisi industriale e occupazionale, l’Italia aveva inserito l’impianto tra gli asset strategici nazionali e attivato il golden power, affiancandolo a un decreto-legge specifico che ne garantisse la continuità operativa. Nel marzo 2023 la Lukoil ha infine ceduto Isab alla società cipriota GOI Energy, parte del gruppo Argus New Energy, per una cifra stimata intorno a 1,5 miliardi di euro. L’operazione è stata autorizzata dal Governo a condizione che venissero rispettati alcuni principi fondamentali: tutela dei livelli occupazionali, continuità della produzione per il fabbisogno energetico nazionale e un piano di investimenti per la decarbonizzazione e la riconversione ambientale del sito.
Urso aveva allora chiarito che l’esecutivo «non intende nazionalizzare la raffineria, ma vigilerà affinché il nuovo proprietario rispetti gli impegni assunti e mantenga l’Isab in funzione». Il ministro ha anche ricordato che la sicurezza energetica e la salvaguardia dei posti di lavoro restano priorità strategiche, confermando che il monitoraggio sulle attività del sito continua in modo costante e puntuale.
La raffineria di Priolo rappresenta circa il 20% della capacità di raffinazione italiana e serve una quota significativa dei carburanti destinati all’Italia meridionale. È inoltre il fulcro di un ampio polo industriale siciliano, che comprende attività petrolchimiche, energetiche e logistiche e garantisce migliaia di occupati diretti e indiretti. La sua stabilità, dunque, ha un impatto rilevante non solo per la Sicilia, ma per l’intero sistema energetico nazionale.
Il futuro dello stabilimento, tuttavia, dipende sempre più dalla capacità di affrontare la sfida della transizione verde. Il nuovo piano industriale di GOI Energy prevede infatti la diversificazione delle fonti di approvvigionamento e investimenti nella raffinazione sostenibile e nella produzione di biocarburanti, in linea con gli obiettivi di decarbonizzazione fissati dall’Unione Europea. Urso ha più volte ribadito che lo Stato accompagnerà questa trasformazione con strumenti a sostegno dell’innovazione e della competitività del settore energetico.
La dichiarazione del ministro intende rassicurare non solo i mercati, ma anche il territorio. L’area di Priolo Gargallo, da decenni cuore industriale della Sicilia, ha vissuto negli ultimi anni una forte incertezza legata al futuro dell’impianto. Oggi, grazie alla continuità produttiva e alla vigilanza del Governo, sembra aprirsi una nuova fase. «Lo stabilimento è in piena sicurezza e la sua produzione prosegue regolarmente — ha ribadito Urso —. Continueremo a garantire che l’Isab resti un presidio strategico per l’Italia, un modello di transizione energetica e di tutela occupazionale».