L'INCHIESTA CUFFARO
Appalti pilotati, Saverio Romano davanti Gip: «Io già condannato prima ancora di sapere di cosa sono accusato»
Interrogato anche il manager Roberto Colletti, anche lui accusato di far parte del comitato d'affari che ruotava attorno al leader della Dc
Il leader di Noi Moderati Saverio Romano, per il quale la procura di Palermo ha chiesto gli arresti domiciliari nell’ambito dell’inchiesta che coinvolge anche l’ex Presidente della Regione siciliana, Salvatore Cuffaro è comparso questa mattina davanti al Gip per essere interrogato.
Con lui saranno interrogati anche: Alessandro Maria Caltagirone, Roberto Colletti, Antonio Iacono, Giovanni Giuseppe Tomasino e Alessandro Vetro.
Domani, dalle 9.30, sfileranno invece Antonio Abbonato, Salvatore Cuffaro, Carmelo Pace e Vito Raso.
Saverio Romano e gli altri indagati sono accusati, a vario titolo, di associazione a delinquere, turbativa d’asta e corruzione.
«Avete visto la canea che si è abbattuta nei miei confronti? Il magistrato fa il suo lavoro e la legge consente lo svelamento di alcuni fatti. Ma non credo sia normale che il mondo intero sappia di contestazioni che a mio avviso dovevano essere blindate»
L’ha detto il coordinatore di Noi Moderati, il parlamentare Saverio Romano, indagato nell’inchiesta che coinvolge anche l’ex governatore siciliano Totò Cuffaro, prima di rendere l’interrogatorio preventivo al Gip.
«Non voglio fare polemica con i giornali - ha aggiunto - ma noto che c'è qualcosa che non funziona in quel che è avvenuto. Ho subito una sentenza di condanna irrevocabile, non avendo ancora capito cosa mi si contesta».
«Io sono una delle personalità che più si è esposta per cambiare il sistema - ha spiegato - Qui si pone un tema che riguarda le custodie cautelari. Da quando è in vigore la legge, il numero di richieste di arresto è duplicato. È palese che qualcosa non funzioni».
Il manager
«Attendiamo un provvedimento favorevole perché abbiamo chiarito la nostra posizione». Lo ha detto l’avvocato Giuseppe Di Stefano, legale del manager Roberto Colletti, indagato nell'ambito dell'inchiesta.
Per Colletti, che ha reso interrogatorio preventivo al Gip, sono stati chiesti i domiciliari. Secondo l’accusa il manager, che nei piani di Cuffaro doveva essere nominato direttore generale dell’ospedale Civico di Palermo, salvo poi finire, per logiche spartitorie, ai vertici dell’azienda sanitaria villa Sofia, avrebbe consentito che venisse truccato un concorso a 15 posti per operatore sanitario, bandito appunto dall’azienda da lui diretta, per avvantaggiare candidati vicini all’ex presidente della Regione.
«Colletti apparteneva alla fascia più alta dei manager e aveva i titoli per essere nominato all’ospedale Civico che è ospedale di serie A - ha spiegato il legale - e invece addirittura ha ricevuto l’incarico di direttore generale di VillaSofia che è ritenuto di serie B. Quindi noi ci riteniamo estranei a ogni contestazione».
