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il pronunciamento

Per la Corte Europea l'esproprio era illegittimo: il Castello di Palma è dei discendenti di Federico II

Sentenza della Cedu di Strasburgo: proprietà contesa, restauri criticati e futuro museale incerto

Fabio Russello

15 Novembre 2025, 15:39

15:40

Per la Corte Europea l'esproprio era illegittimo: il Castello di Palma è dei discendenti di Federico II

Arroccato su un costone roccioso a picco sul mare, l’antichissimo castello trecentesco di Palma di Montechiaro — unico tra i manieri chiaramontani dell’isola — è giunto a un nuovo snodo della sua lunga vicenda. Passato per successione ai Moncada e poi ai marchesi Bilotti Ruggi d’Aragona, questo edificio storico, che ispirò Giuseppe Tomasi di Lampedusa (la cui famiglia possedeva il vicino Palazzo Ducale), è al centro da anni di un aspro contenzioso per la proprietà.

La fortezza è contesa tra gli eredi e il Comune di Palma di Montechiaro, che la espropriò e vi eseguì interventi di restauro e manutenzione, giudicati a suo tempo dallo storico dell’arte Philippe Daverio «inappropriati e discutibili».

Ora una sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo ha dichiarato illegittimo l’atto di esproprio, riconoscendo la violazione dell’articolo 1 del Protocollo addizionale della Convenzione europea dei diritti dell’uomo, che tutela il diritto al rispetto dei beni.

Già nel 2005 il TAR aveva ordinato la restituzione del complesso monumentale alla società Vallesinella di Roberto Bilotti Ruggi d’Aragona, discendente di Pietro III d’Aragona e di Costanza di Svevia, erede dei diritti normanno-svevi sulla Sicilia e nipote dell’imperatore Federico II. «Il Comune non ha rispettato la sentenza, ma l’ha prevaricata con un atto amministrativo nel 2007 riesumando un articolo del testo unico sull’esproprio, dichiarato però nel 2010 incostituzionale», afferma Bilotti.

La Corte di Strasburgo ha scritto infatti che «alla luce delle suddette circostanze, la Corte non è convinta che la società ricorrente sia stata privata della sua proprietà attraverso una procedura di espropriazione effettuata “in buona e debita forma” (ai sensi dell’articolo 1 del Protocollo n. 1). Di conseguenza, la Corte ritiene che vi sia stata una violazione dell’articolo 1 del Protocollo n. 1 della Convenzione».

Nonostante il pronunciamento, l’avvenire del Castello resta incerto. Il maniero non è visitabile: l’amministrazione, che in origine aveva motivato l’esproprio con l’intento di farne un museo, non ha dato seguito al progetto. «È chiuso e vuoto, non hanno nulla da esporre mentre io avrei potuto mettere a disposizione la mia collezione archeologica per inserire la visita al castello nel percorso turistico della Valle dei Templi – Piazza Armerina», si lamenta Bilotti, noto collezionista, che sostiene di poter esporre alcune delle «centinaia di vasi greci e delle culture siciliote tra le quali Castelluccio (età del bronzo), Centuripe e bronzi da Gela».