Ambiente
«Il “pennello a mare” costerà soltanto 3 milioni»
Giardini Naxos, il presidente del Consorzio per la rete fognante annuncia: «Dimezzata la spesa»
Obiettivi puntati sulla realizzazione del cosiddetto “pennello a mare”, di cui si parla da decenni, nell’area di Pietrenere del Consorzio per la rete fognante. Una struttura necessaria per ottenere i permessi definitivi del sistema della depurazione comprensoriale.
La situazione, malgrado la sbandierata “marcia in più”, è la stessa da anni. Ma adesso si sta tentando di correre ai ripari visto che l’impianto della depurazione giardinese rischierebbe la chiusura. «In tanti - dice il presidente del Consorzio, Alfredo Elia Mandri - davano per scontata la presenza di una progettazione esecutiva e addirittura finanziata per l’ambizioso progetto. In realtà, ciò che abbiamo trovato è un contenzioso con un gruppo di professionisti per circa 180mila euro. Contestualmente abbiamo anche avuto modo di reperire gli elaborati progettuali inerenti al contenzioso stesso e abbiamo rilevato che la spesa prevista per quel progetto, all’anno 2019, era di circa 6 milioni di euro. Accertate le molteplici criticità, costi-indagini-contenzioso su una progettualità datata abbiamo optato per la redazione di un piano adeguato alle vigenti normative e con indagini “meteo marine” attuali. Il piano c’è stato già consegnato dal professionista incaricato. È prevista una spesa complessiva inferiore ai 3 milioni di euro, in pratica, la metà rispetto all’ipotesi precedente. Ultimata la fase di approvazione e acquisizione dei pareri, siamo in grado di proporre istanza di finanziamento per la realizzazione della condotta emissaria sottomarina e avanzare concretamente richiesta per il rilascio dell’autorizzazione allo scarico dei reflui depurati, già in atto conformi alle normative, a circa 200 metri dalla battigia. Tutto questo prima era impossibile perché in assenza di una concreta progettualità le competenti autorità regionali non hanno più rilasciato autorizzazioni allo scarico ormai dal lontano 2013. Questa storia della condotta sottomarina, è bene ricordarlo, si trascinava avanti dal 2003, anno in cui una mareggiata distrusse quella allora esistente».