Scossa sismica tra Mascalucia e Tremestieri: crepe al suolo e scuole chiuse
Un evento sismico di magnitudo 2.3, localizzato a soli due chilometri da Mascalucia, ha scosso l’hinterland nella giornata di ieri, generando una notevole paura rispetto alla sua intensità strumentale.
L’allarme maggiore si è registrato a Tremestieri, dove il terreno ha ceduto, aprendo una profonda crepa che ha interrotto la routine scolastica e messo a nudo la vulnerabilità del territorio. Il luogo che ha concentrato l’attenzione e il panico è il parcheggio della scuola “Teresa di Calcutta”, in via Guglielmino. Proprio in quest’area, utilizzata quotidianamente da genitori e personale scolastico, il sisma ha disegnato un solco impressionante sulla pavimentazione. L’evacuazione è stata immediata e il protocollo di sicurezza ha funzionato, ma una volta fuori, studenti e insegnanti si sono trovati di fronte a quel segno, una crepa che tagliava il piazzale dove avrebbero dovuto radunarsi in sicurezza. La visione di quella spaccatura ha trasformato la paura in angoscia.
La crepa, lunga diversi metri e profonda circa un centimetro, si è aperta come una ferita, rendendo inagibile l’area di raccolta. Questo ha richiesto un rapido riposizionamento degli studenti nel rispetto dei piani di emergenza, mentre i vigili del fuoco giungevano sul posto per i primi sopralluoghi tecnici. La priorità assoluta ora è la messa in sicurezza dell’area e la verifica della stabilità delle fondazioni scolastiche più vicine alla lesione. Il terremoto di magnitudo 2.3 è, di per sé, un evento classificato come “molto leggero” (o micro-sisma). Tuttavia, la sua eccezionale percepibilità è data da un fattore critico: la sua profondità ipocentrale. I dati forniti dall’Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia di Catania indicano che l’ipocentro è stato localizzato a una profondità inferiore a un chilometro, quasi a livello della superficie terrestre. La presenza delle crepe in via Guglielmino e, contemporaneamente, nella piazza di via Etnea a Tremestieri non è casuale. Gli esperti stanno lavorando sull’ipotesi che queste spaccature si siano manifestate lungo il percorso di una faglia attiva e superficiale.
L’area pedemontana etnea è attraversata da una complessa rete di faglie che risentono sia della dinamica vulcanica (Etna) sia di quella tettonica regionale. La superficialità del sisma di ieri suggerisce un movimento di questa faglia locale, liberando una piccola quantità di energia ma con effetti diretti e visibili sul suolo urbanizzato. Il Comune, con il supporto del Coc attivato immediatamente, sta coordinando l’azione dei geologi per mappare con precisione l’estensione e la direzione della frattura: in serata emessa ordinanza sindacale con chiusura di tutte le scuole.