il caso
Aci Catena, sopralluogo dell'Arpa al cimitero
Dopo i ritrovamenti di resti ossei e materiale organico individuate esalazioni e un probabile inquinamento delle falde acquifere
Individuate esalazioni di gas potenzialmente nocivo dall’Ossario e probabile inquinamento delle falde acquifere da percolato di residui cimiteriali. È quanto emerso a conclusione del sopralluogo al cimitero di Aci Catena, eseguito nella tarda mattina di ieri dai tecnici dell’Arpa, l’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente, intervenuti insieme ad esperti dell’Nbcr, squadre specializzate di intervento da pericoli nucleari, biologici, chimici e radiologici dei vigili del fuoco e carabinieri, dopo la scoperta e il sequestro di un terreno in cui sono state ritrovate bare, casse in zinco e paramenti funebri abbandonati sulla nuda terra, motivo di un possibile danno ambientale. Rilievi sono stati effettuati anche all’interno della fossa comune per la presenza di resti ossei non catalogati e materiale organico.
All’apertura della botola è stata rilevata l’esalazione di gas nocivi in seguito alla decomposizione di resti organici non catalogati. Agli accertamenti - a garanzia di trasparenza in questa fase delle indagini - erano stati convocati accompagnati dai legali di fiducia: la sindaca Margherita Ferro, il dirigente dell’Area tecnica, ing. Alfio Grassi, l’ex assessore ai Servizi cimiteriali, Pippo Sciacca, e l’ex direttore del Camposanto, Alfio Gulisano, che non si sono presentati.
Alle verifiche tecniche erano presenti: il direttore del cimitero, Alfio Di Grazia, e il vicesindaco e assessore con delega cimiteriale, Andrea Licciardello. L’assenza della sindaca, Ferro, in quanto massima autorità sanitaria del territorio, non è passata inosservata. In questa fase sarà il Comune a farsi carico della rimozione e del trattamento dei rifiuti speciali trovati nella discarica abusiva. Successivamente verranno avviati i carotaggi dell’Arpa, estesi anche nel vicino torrente, ma ad una profondità maggiore in quanto riscontrate tracce superficiali di materiale sospetto. Disposti inoltre ulteriori verifiche su possibili abusi edilizi nella costruzione del cappellone centrale, finito sotto sequestro per carenze strutturali e su cui potrebbe essere stata modificata la cubatura del fabbricato di svariati metri, rispetto al progetto originario.
Il blitz dei carabinieri della Compagnia di Acireale, scattato durante la Commemorazione dei Defunti, ha portato alla luce gravi inadempienze igienico-sanitarie e strutturali, con il conseguente sequestro di alcune aree del Camposanto, evidenziando un diffuso stato di abbandono, mancate opere di manutenzione e di messa in sicurezza, tanto che le aree poste sotto sequestro sono state estese, inibendo l’accesso a circa 400 sepolture, fra le tumulazioni dei sotterranei del cappellone centrale e in alcuni settori della parte monumentale. L’inchiesta è alle fasi iniziali e non si possono escludere ulteriori sviluppi sulla gestione passata e presente del Camposanto comunale.
Salvo Cutuli