ARS
Italo Belga, la commissione antimafia: «Revocare la concessione di Mondello»
L'organismo guidato da Antonello Cracolici chiede la revoca della concessione alla società che gestisce i lidi palermitani: l'accusa è di avere esternalizzato i servizi
Antonello Cracolici e Roberta Schillaci, presidente e segretaria della commissione antimafia, durante la conferenza stampa a palazzo dei Normanni
La commissione antimafia dell'Ars chiede la revoca della concessione da parte della Regione alla società Italo Belga, che gestisce i lidi della spiaggia di Mondello. La richiesta è contenuta nella relazione sul rischio di infiltrazioni mafiose nella gestione dei beni dati in concessione, presentata questa mattina dal presidente della commissione Antonello Cracolici a palazzo dei Normanni. Lo stesso Cracolici ha annunciato che invierà la relazione alla procura, «affinchè altri organi possano valutare se ci sono state omissioni e reati da parte della Italo Belga e dell’assessorato regionale al Territorio che ha dato la concessione ma non ha esercitato la necessaria vigilanza».
La richiesta di revoca, come già anticipato da La Sicilia, è motivata dalla decisione della società di esternalizzare alcuni dei servizi che erano interni della concessione, «in violazione dell' articolo 45 bis del codice della navigazione e dell' articolo 186 del decreto legislativo n.36 del 31 marzo 2023». In particolare la Italo Belga avrebbe affidato alla società G.M. Edil l'installazione e la manutenzione di lettini, ombrelloni, sedie e cabine, la pulizia straordinaria dell'arenile, lo smaltimento dei rifiuti, con contratti per valori tra 220 e 237 mila euro all'anno. Sulla società G.M. Edil, che ha come titolare il parente incensurato di un boss mafioso, è stata da pochi giorni emessa una interdittiva antimafia da parte del prefetto di Palermo Massimo Mariani.
La Italo Belga già in passato ha sottolineato che il rapporto con G.M. Edil era stato sospeso in via cautelativa, e ha respinto l'accusa di avere violato la legge esternalizzando i servizi della concessione: «Ho spiegato proprio alla commissione - aveva dichiarato il presidente Antonio Gristina - che le concessioni demaniali marittime sono escluse dall'ambito di applicazione della disciplina in materia di contratti pubblici, ma sono regolamentate dal codice della navigazione. E sulla revoca della concessione non ricorre alcuna delle ipotesi in cui ricorre l'obbligo».
Sulla questione arriva il commento di Roberta Schillaci, segretaria della commissione antimafia e vice capogruppo del M5S all'Ars: «La verifica in maniera inequivocabile che nella gestione della concessione demaniale di Mondello, da parte della società Italo Belga, ci sono state gravi violazioni al codice della navigazione e al codice antimafia, ha portato la commissione regionale Antimafia ad approvare una relazione che sarà posta al vaglio della procura della Repubblica di Palermo. Per chi come me, già quindici anni fa con il Movimento Cinquestelle, aveva promosso una campagna per liberare la spiaggia di Mondello dalle cabine, ciò che ora sappiamo conferma che attorno alla gestione della spiaggia ruotavano troppi interessi, talvolta anche opachi. Oggi la battaglia è sul ripristino della legittimità e della legalità. Ora altre autorità competenti dovranno accertare le responsabilità in capo ai soggetti interessati».
Commenta anche il deputato Ismaele La Vardera, che sulla questione della concessione a Italo Belga ha condotto una campagna da luglio scorso: «Ho appreso delle conclusioni della commissione regionale Antimafia che afferma quello che denuncio da mesi e cioè che la concessione alla Italo Belga va rimossa. Il presidente Cracolici e la sua commissione si è però spinta oltre, inchiodando nei fatti e negli atti le gravi omissioni da parte del dipartimento regionale dell'assessorato Ambiente». Il leader di Controcorrente poi continua: «Chi ha sbagliato deve pagare, il presidente della regione, Renato Schifani che sul caso non ha mai detto una parola, adesso rimuova la concessione. E l'assessore Tamajo prenda una posizione, considerato che questa società opera nel suo “feudo” elettorale».