Il retroscena
Blitz Ipogeo: vigile urbano picchiato con la paletta rubata dal “rivoltoso”
Nelle carte del gip di Catania emerge l'azione violenta compiuta da uno degli arrestati durante il corteo del 17 maggio
Hanno usato ombrelli, striscioni e qualsiasi copertura per cercare di nascondere l’identità dei protagonisti della rivolta scoppiata durante la manifestazione dello scorso 17 maggio. Gli investigatori della Digos, guidati dalla dirigente Manuela Recca, però hanno analizzato decine e decine di nastri estrapolati dalle telecamere e hanno identificato 13 persone che ora sono indagate. E tre di queste sono destinatarie della misura cautelare emessa dal gip Luigi Barone. Uno è ancora irreperibile ma è stato spiccato un mandato europeo.
Una delle azioni più violente è stata compiuta - da quello che emerge dalle indagini - da Luigi Calogero Bertolani che picchia selvaggiamente un vigile urbano a cui poco prima aveva strappato di mano la paletta di ordinanza. Paletta che poi si è trasformata nell’arma del pestaggio. L’indagato, a un certo punto, si sarebbe staccato «dal gruppo dei manifestanti e dopo avere scippato la paletta di servizio dalle mani del vigile urbano» si sarebbe dato alla fuga.
Il poliziotto della Municipale lo ha prontamente inseguito. «Bertolani - annota il giudice - avrebbe arrestato la corsa scagliandosi con estrema violenza, contro l’agente colpendolo ripetutamente con la paletta».
La vittima, che riportato traumi in diverse parti del colpo con una prognosi di 5 giorni, è stata anche accerchiata e strattonata assieme a un collega. E per finire è stato colpito da una pietra lanciata da un manifestante rimasto ignoto. Sassi usati anche per spaccare il lunotto di un’automobile. Bertolani, a giudizio del gip, ha creato «un pericolo concreto per l'ordine pubblico e per la popolazione cittadina che assisteva spaventata ai danneggiamenti in atto».
Sull’operazione Ipogeo si registra anche il commento del sindaco di Catania, Enrico Trantino: «La città non deve essere ostaggio di violenze che nulla hanno a che vedere con il legittimo esercizio del diritto di manifestare. In questo solco di responsabilità e rispetto delle regole -conclude - si rinnova la piena fiducia nell’operato della Magistratura e delle Forze dell’Ordine, custodi quotidiani di quei valori fondanti che garantiscono coesione, sicurezza e dignità al nostro territorio».