Tribunale
Open Arms e ricorso contro l'assoluzione di Salvini: "Ma i pm non dimostrano la sussistenza di reati"
La Procura generale della Cassazione mette in dubbio il ricorso "per saltum" di Palermo contro l'assoluzione di Salvini nel caso Open Arms: memoria di 46 pagine apre forti perplessità in vista dell'udienza dell'11 dicembre
Matteo Salvini e il processo Open Arms
«Si deve ritenere che il ricorso non dimostra, nella prospettiva di censura della sentenza impugnata, la sussistenza di tutti gli elementi dei reati contestati, al fine di poter dimostrarne la tenuta della posizione accusatoria». È la valutazione espressa dalla Procura generale della Cassazione sul ricorso presentato dalla Procura di Palermo contro l’assoluzione del ministro Matteo Salvini nel caso Open Arms.
Il giudizio è contenuto in una memoria di 46 pagine che, pur senza formulare esplicitamente la richiesta di rigetto dell’impugnazione, solleva forti perplessità sull’atto dei pm palermitani. Il documento sarà illustrato nell’udienza fissata per l’11 dicembre.
Nel luglio scorso, i magistrati di Palermo hanno proposto ricorso «per saltum» contro l’assoluzione di Salvini, rivolgendosi direttamente ai giudici di legittimità e bypassando il grado d’appello. Una decisione motivata, secondo l’ufficio requirente del capoluogo, dalla presenza nella sentenza di primo grado di errori di diritto e di interpretazione delle norme e delle convenzioni internazionali. Salvini era imputato per sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio: secondo l’accusa, avrebbe illegittimamente negato lo sbarco a Lampedusa a un gruppo di migranti soccorsi in mare dalla nave dell’Ong spagnola Open Arms, nell’agosto 2019. Il Tribunale di Palermo lo ha assolto il 20 dicembre 2024.