L'inchiesta di Palermo
Mazzette nella sanità: arrivata la decisione del gip, scattano arresti e interdittive
Si tratta del secondo filone che coinvolge il commercialista palermitano Ninni Sciacchitano, ai domiciliari da giugno per un primo troncone
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Non sta per niente bene il sistema della sanità siciliano, ferito da più inchieste (non solo quella su Totò Cuffaro) su corruzione e mazzette. Con colletti bianchi pronti a favorire "imprese amiche" pur di far ingrassare le loro tasche. È arrivata la decisione del gip Cristina Lo Bue dopo gli interrogatori preventivi del secondo filone investigativo che riguarda il commercialista palermitano Ninni Sciacchitano, già ai domiciliari da giugno per un primo capitolo dell'inchiesta. Guai giudiziari che hanno portato il presidente della Regione, Renato Schifani, a revocare l'incarico al professionista da presidente dell’Organismo indipendente di valutazione della performance regionale. Come ha ricostruito il sito d'informazione LiveSicilia.it, il giudice per le indagini preliminari di Palermo ha emesso l'ordinanza disponendo cinque misure agli arresti domiciliari e alcune interdittive.
Come si legge nella richiesta della Procura di Palermo, le indagini traggono spunto delle dichiarazioni dei manager della sanità Fabio Damiani e Salvatore Manganaro, che dopo gli arresti della maxi inchiesta "Sorella Sanità" decisero di vuotare il sacco. E uno dei nomi del "sistema" malato più volte citato è stato proprio Ninni Sciacchitano.
Il primo capo d'imputazione riguarda una mazzetta di 10.000 euro che Sciacchitano avrebbe incassato nel 2024, quando svolgeva il ruolo di presidente del collegio sindacale dell'Arnas Civico-Di Cristina. L'indagato - per cui la procura aveva chiesto il carcere - con l'aiuto dell'imprenditore e faccendiere Catello Cacace, già volto scoperto nell'inchiesta "Sorella Sanità", avrebbe chiesto e ottenuto la dazione di denaro da Gaetano Di Giacomo e Massimiliano De Marco, della Servizi Ospedalieri spa, per turbare una gara di manutenzione e noleggio di strumentazione chirurgica. La gara era stata ritirata nel 2023 e riproposta l'anno dopo. Il gip ha deciso di emettere la misura dei domiciliari per Di Marco e Di Giacomo. E anche per Cacace. Per l'ordinanza cautelare su Sciacchitano i legali hanno ottenuto la retrodatazione delle contestazioni facendo scattare la sussistenza delle esigenze a giugno: mese dell'altro arresto. Nel frattempo la procura ha chiesto il giudizio immediato nei confronti di Sciacchitano e questo avrà effetti anche sui termini di custodia cautelare. Infine, la responsabile unica del procedimento (Rup), Alba Cristodaro, è stata sospesa per un anno dall'esercizio dei pubblici uffici.
Un'altra tangente di 14.000 euro che Sciacchitano avrebbe messo in saccoccia in tre tranche da parte di alcuni imprenditori e faccendieri della sanità campani sarebbe quella relativa a una serie di accordi illeciti per l'acquisto di macchinari e servizi dalle ditte E. Medical e Svas Biosana. Il gip ha disposto arresti domiciliari e interdittiva per un anno per Umberto Perillo, divieto di esercitare impresa per 9 mesi nei confronti di Diego Russo, di 6 mesi nei confronti di Giuseppe Valentino e Vincenzo Criscuolo.
Sciacchitano durante gli interrogatori aveva assolutamente respinto l'apparato probatorio analizzato nella richiesta di oltre 100 pagine della procura palermitana. Ma il gip ha reputato invece che ci fossero gli elementi per emettere una misura cautelare, seppur più contenuta rispetto a quella sollecitata dai pm palermitani.
Al centro delle contestazioni della procura anche una gara bandita da Villa Sofia-Cervello per il noleggio e la pulizia. In questo caso Sciacchitano avrebbe intascato una tangente di almeno 2.500 euro che sarebbe stata versata da Umberto Maggio della Pacifico srl. Il messaggero sarebbe stato Mirko De Seta. Per tutti e due interdittiva di esercitare impresa per un anno. Dodici mesi di sospensione dall'esercizio dei pubblici uffici per Aldo Albano, provveditore dell’azienda sanitaria finita sotto i radar della procura palermitana.