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A la Verità

Pm Gallucci su caso voto di scambio a Termini Imerese: «La Procura mi disse di puntare sulla Lega»

Le indagini più ampie sarebbero state ignorate. Salvini: «È la seconda volta che emergono notizie sconvolgenti, con magistrati che cercano di mettermi in difficoltà»

Carmela Marino

01 Dicembre 2025, 14:03

20:04

Termini Imerese

«Stavo indagando su tutti i partiti, la Procura disse: punta sulla Lega». È il titolo di un’intervista a La Verità di Anna Gallucci, pubblico ministero a Pesaro, dopo essere stata sostituto procuratore a Rimini e Termini Imerese, che si esprime a favore della riforma costituzionale della giustizia e spiega di non essere in linea né con la sua corrente, Magistratura indipendente, né con l’Anm. E su un’indagine per voto di scambio alle elezioni del 2018 nel Comune del Palermitano, racconta di aver «avuto qualche problema».

Perché ha aperto un fascicolo che non doveva avviare?, chiede La Verità: «Io non ho fatto niente di particolare, le indagini capitano. E mi era successo di occuparmi sia del centrodestra che del centrosinistra in un’inchiesta sul voto a Termini Imerese - risponde Gallucci -. E posso dirle che quando mi sono imbattuta nel centrosinistra ho avuto qualche grattacapo, della cui gravità inizialmente non mi sono neppure resa conto, però l'atmosfera è subito cambiata».

La pm racconta che «il procuratore Ambrogio Cartosio mi aveva dato come direttiva quella di procedere con richiesta di misura cautelare per i fatti che riguardavano il partito Noi con Salvini, dicendomi che era iniziativa condivisa con il procuratore generale Roberto Scarpinato, con cui io, però, non mi sono mai confrontata direttamente. Le risultanze delle mie indagini, come detto, erano più ampie e toccavano altri gruppi politici, non furono giudicate rilevanti dal dottor Cartosio, che mi indicò di chiedere l’archiviazione».

Gallucci spiega di aver «ritenuto di dover procedere ugualmente nei confronti di tutti i soggetti che erano emersi dalle indagini, spiegando le mie ragioni». Ma «da quel momento i miei rapporti con il procuratore - spiega - sono cambiati e ho avuto l’avvio di un procedimento disciplinare e una nota negativa da parte di Scarpinato e il rapporto di professionalità negativo da parte di Cartosio. Il Csm mi ha ascoltato su questi aspetti, non dando seguito alle richieste di Cartosio e Scarpinato, ma intanto ho trascorso anni a difendermi».
La pm ricorda che «il procuratore, titolare per legge dei rapporti con i cronisti, mi autorizzò a partecipare con lui a una conferenza stampa, all’indomani delle elezioni politiche del 2018. Era stata indetta in occasione dell’esecuzione di una misura cautelare nei confronti di un presunto esponente del partito Noi con Salvini. Il mio ex capo ritenne, tuttavia, irrilevante precisare, come da me proposto, che dalle indagini era emerso che il senatore Salvini non fosse neppure a conoscenza della vicenda». 

«Leggo con enorme stupore e amarezza la coraggiosa intervista della pm Anna Gallucci a La Verità», afferma in una nota il segretario della Lega Matteo Salvini, che fa riferimento a quanto afferma la magistrata a proposito di un’indagine del 2018, quando era in servizio a Termini Imerese.
Gallucci, afferma Salvini, «rivela come il procuratore Ambrogio Cartosio avesse organizzato una conferenza stampa facendo capire di non voler precisare la mia totale estraneità rispetto a una indagine che coinvolgeva una associazione di miei sostenitori».
«È la seconda volta che emergono notizie sconvolgenti, con magistrati che cercano di mettermi in difficoltà - aggiunge il segretario della Lega -. La prima è la tristemente famosa intercettazione di Luca Palamara, in cui ammetteva candidamente che avevo ragione a difendere i confini ma andavo attaccato».
«In queste condizioni - conclude il vicepresidente del Consiglio - è davvero arduo avere fiducia nella magistratura: eppure resto convinto che le toghe politicizzate siano una minoranza molto pericolosa che è necessario isolare per il bene della democrazia. Non possono usare il potere in modo distorto».

Sulla vicenda arriva anche la replica di Roberto Scarpinato, chiamato in causa dalla pm Gallucci: «È ormai chiaro - dice Scarpinato - che da qui alla prossima primavera si svolgerà una campagna di stampa con numerosi colpi bassi per tentare in tutti i modi di delegittimare la magistratura e condizionare così, in assenza di validi argomenti, i cittadini a votare per il al prossimo referendum sulla riforma costituzionale della magistratura imposta dalla maggioranza con un testo blindato».

«Di fronte - dice Scarpinato - alle ennesime insinuazioni e mistificazioni lette oggi sul quotidiano La Verità mi trovo costretto ad adire le vie legali nei confronti della magistrata Anna Gallucci che nell’intervista rilasciata oggi ha insinuato che io nel ruolo di procuratore generale di Palermo avrei strumentalmente avviato un procedimento disciplinare nei suoi confronti, dopo che lei, all’epoca sostituto procuratore della Repubblica di Termini Imerese, aveva proceduto nei confronti di alcuni politici progressisti, nonostante che, insieme al suo procuratore capo Cartosio, io avessi concordato di procedere solo nei confronti del partito Noi con Salvini».

Replica anche l’ex procuratore di Termini Imerese Ambrogio Cartosio, da alcuni mesi andato in quiescenza: «Quanto dichiarato dalla dottoressa Anna Gallucci sul sottoscritto - si legge in una nota - è semplicemente falso. Sono quindi costretto a smentire le fantasiose ricostruzioni che ho letto oggi in un’intervista. Aggiungo altresì che la segnalazione disciplinare e il parere negativo sulla valutazione di professionalità della dottoressa erano legati a episodi che nulla avevano a che vedere con indagini sulla pubblica amministrazione o sulla politica».

«Resto infine particolarmente colpito - continua la nota di Cartosio - dalle diverse considerazioni mosse dalla dottoressa Gallucci nell’estate del 2020, quando in un’intervista sosteneva tesi diametralmente opposte a quelle espresse oggi, tanto da affermare che grazie al sottoscritto ha capito sempre più l’importanza dell’articolo 3 della Costituzione. Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinione politiche, di condizioni personali e sociali. Sempre la dottoressa Gallucci aggiungeva: 'E se c'è qualcosa che più di tutte ho imparato confrontandomi con lui è che qualsiasi soggetto coinvolto in un procedimento va trattato con lo stesso metro, soprattutto senza distinzioni di condizioni personali e sociali e che questo principio, tutt'altro che scontato, deve essere difeso ogni giorno».