la proposta
«Destinare le premialità della Regione per bonificare le discariche nel Parco dell’Etna»
Appello dell’associazione MadrEtna ai sindaci affinché investano le somme ricevute per eliminare i rifiuti
La Regione ha riconosciuto l’impegno dei comuni del Parco dell’Etna, premiandoli con 1.200.000 euro per i risultati ottenuti nella raccolta differenziata, ed altri 200mila euro come contributo generico.
Questo finanziamento rientra in un piano più ampio dell’assessorato Regionale all’Ambiente, che ha suddiviso circa 20 milioni di euro, tra 290 comuni virtuosi in tutta la Sicilia (che superano il 60% di raccolta differenziata), per sostenere gli extra costi del ciclo dei rifiuti e premiare l’efficienza.
Un risultato che, se da un lato, evidentemente, conferma l’impegno di amministratori e cittadini, dall’altro, offre il momento di fare un passo avanti.
E, alla luce di nuove iniziative, una futura chiave di volta su questa questione la suggerisce l’associazione Ambientalista MadrEtna. Che ha proposto ufficialmente, con l’invio di una PEC, ai sindaci dei comuni del Parco dell’Etna, all’assessore regionale al Territorio e Ambiente e al presidente del Parco dell’Etna, Massimiliano Giammusso (nominato nello scorso mese di ottobre), con la quale si chiede un incontro per discutere una strategia comune.
«Ossia — come ha spiegato il presidente di MadrEtna Giuseppe Laudani — di destinare una parte di questi fondi dati a premio, nell’affrontare il problema delle microdiscariche nel territorio del Parco».
Un problema, questo, che riguarda, vergognosamente, lo smaltimento illegale di rifiuti, anche pericolosi come pneumatici (e persino amianto), che causano inquinamento del suolo, dell’aria e dell’acqua, oltre all’abbandono di sacchi d’immondizia domestici.
«Vogliamo ricordare agli amministratori di questo territorio — sottolinea Laudani — che il problema dello sversamento dei rifiuti viene affrontato troppo spesso in modo non risolutivo. Per arginare il fenomeno, non bastano sporadiche iniziative di raccolta che vengono organizzate da associazioni sportive, ambientaliste, culturali e volontari cittadini.
Noi stessi, come MadrEtna, facciamo il possibile ripulendo diverse aree, come, ad esempio, abbiamo fatto in passato, a Nicolosi, in via Altarello e donando 5 telecamere di videosorveglianza. Ma la gestione, per noi, soprattutto sul piano economico, è, a dir poco, impossibile. Da soli non ce la facciamo.
Chiediamo, dunque, ai sindaci, di investire questi soldi in azioni condivise, attraverso, magari, nuovi sistemi di telecamere contro gli abbandoni e bonifiche condivise.