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l'indagine

Ias, atteso il dissequestro: la perizia ridimensiona l’ipotesi di disastro ambientale

Non emergerebbero elementi di disastro ambientale, sebbene restino criticità come la dispersione di benzene

03 Dicembre 2025, 07:39

Ias, atteso il dissequestro: la perizia ridimensiona l’ipotesi di disastro ambientale

I primi a temere un dissequestro dell’impianto, che potrebbe arrivare da un momento all’altro, sono gli stessi dipendenti Ias, perché per loro la fase post giudiziaria della vicenda, al momento, è un salto nel buio: l’amministratore giudiziario sta tenendo in ordine conti e buste paga, facendo funzionare a dovere l’impianto, a quanto risulta dalle carte e dai monitoraggi; mentre sul futuro (tra proprietà della Regione e eventuale gestore del servizio idrico) c’è ancora un enorme punto interrogativo. Perché sì, un provvedimento di dissequestro potrebbe arrivare presto, visto che i giudici del tribunale del Riesame di Siracusa sono “in decisione” dal 17 novembre scorso e gli ultimi fatti – la perizia e l’esito dell’incidente probatorio nell’inchiesta per disastro ambientale – potrebbero risultare determinati.

Tutto, infatti, ruota attorno al fatto nuovo: la chiusura, lunedì pomeriggio, dell’incidente probatorio. Che consegna alla vicenda – inutile girarci attorno, o nasconderlo tra le righe – uno scenario che ridimensiona decisamente le ipotesi di accusa della procura, con una perizia che, a dirla con i legali delle difese, ha escluso l’ipotesi di disastro ambientale e l’inquinamento delle matrici aria e acqua. Anche se – aggiungiamo noi – ci sono quei 17 kg di dispersione di benzene al giorno che sembrano tutt’altro che secondari (ma, al massimo, dicono gli esperti, si potrebbe immaginare un’ipotesi di reato derubricata, dal disastro ambientale di partenza).

Cosa accade adesso, infatti, dopo la chiusura dell’incidente probatorio? Intanto bisogna annotare che nell’udienza di lunedì il pool di pm aveva chiesto al gip un’integrazione della perizia, con altri cinque quesiti, da mandare ancora ovviamente in contraddittorio. Segno, dunque, dell’insoddisfazione degli inquirenti e della loro volontà di non chiudere l’incidente probatorio. Ma dopo una ruvida dialettica tra le parti e una lunga Camera di consiglio, il gip ha rigettato la richiesta.

Ora la Procura, visto che nel frattempo sono scaduti i termini dell’indagine preliminare e non potrà chiedere altre proroghe, dovrà determinarsi tra due ipotesi: formulare una richiesta di archiviazione, o emanare un avviso di chiusura indagini e successivamente notificare una richiesta di rinvio a giudizio. In quest’ultimo caso, però, visto l’esito della perizia, difficile possa proseguire sulla strada del disastro ambientale.