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La classifica del Sole 24 Ore: l'analisi

Solo il turismo salva Siracusa dal fondo: davanti a Reggio Calabria per un soffio

Le due città ultime in Italia per qualità della vita: il turismo tiene a galla la provincia aretusea, ma crisi industriale, salute pubblica, povertà e mala gestione politica ne impediscono il rilancio.

03 Dicembre 2025, 19:25

Piazza Duomo Siracusa

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Due soli punti separano Siracusa e Reggio Calabria nel fondo della classifica nazionale sulla qualità della vita, la prima al 106° posto e la seconda al 107°, cioè all’ultimo: su 90 indicatori stimati, Siracusa ha avuto un punteggio di 403,34 mentre il capoluogo reggino ha totalizzato 405,37 punti.

Se non ci fosse il grande fattore mitigante e compensativo costituito dal turismo (il cui indicatore specifico ci assegna ben al terzo posto in Italia), la provincia aretusea sarebbe molto al di sotto di Reggio Calabria. Quanti imputano perciò all’overturismo le cause del male oscuro che affligge Siracusa dovrebbero immaginare quale sarebbe la condizione generale senza la quantità di visitatori che contribuisce al PIL provinciale e sostiene l’economia del capoluogo.

Ma, benché strepitoso, il solo turismo non basta, tuttavia potrebbe dare di più se gestito meglio.

Si prenda la dirimpettaia provincia iblea: proprio nel "Trend degli arrivi turistici", Ragusa occupa la 62esima posizione, ma nella classifica generale detiene la 82esima, la prima di gran lunga in Sicilia, perché nella macroarea "Cultura e Tempo libero" ha dimostrato di sapere fare funzionare musei, ricettività alberghiera, sistema ristorativo, servizi logistici e soprattutto fruizione balneare.

A fare da freno nell’Aretuseo sono la crisi dell'industria, la mortalità evitabile, l’insorgenza tumorale, la condizione arretrata della donna, l’alta percentuale di fallimenti d’impresa, il basso indice ISEE, la microdelinquenza detta di strada, i servizi pubblici in genere. Ci sono mali strutturali che si trascinano da sempre, ma ce ne sono altri contingenti, dovuti in parte a ogni rappresentante politico, consiglieri comunali compresi. Siamo all’inferno per colpa di chi ci prometteva il paradiso.