Gli effetti
L’ombra degli scandali sui risultati di Schifani e il rischio logoramento
L’arresto di Cuffaro allunga la lista dei guai giudiziari. Il governatore punta sui numeri del «risanamento» e vola da Tajani
A un certo punto della seduta-fiume sulla mozione di sfiducia, il deputato regionale del M5S, Angelo Cambiano ha vaticinato: «Il presidente Schifani ci elencherà i risultati del suo governo, ma i siciliani lo ricorderanno solo come il governo degli scandali». Una «cassandrata» che si è già avverata per metà.
Poche ore dopo, a fine seduta, il presidente della Regione, in effetti, snocciolerà una serie di dati, per certificare l'efficacia del suo esecutivo. Dal Pil all’occupazione, dalle presenze turistiche alle giacenze, dai bandi per le Terme ai termovalorizzatori.
E su questi risultati, e soprattutto su quelli del «risanamento», rivela una nota di Forza Italia, è stato lo stesso leader Antonio Tajani, a complimentarsi col governatore, nel corso di un incontro romano che si è tenuto ieri. «Tajani - fa sapere Fi - ha accolto l'invito di Schifani a recarsi in Sicilia per incontrare gli eletti, la classe dirigente e i militanti di Forza Italia di tutte le province siciliane, con l'obiettivo di continuare ad allargare e rafforzare la nostra presenza sul territorio, in linea con la nostra azione a livello nazionale».
Ma per il governatore, adesso, il rischio è proprio quello: che gli obiettivi centrati vengano diluiti in una cronaca giornaliera di scandali, inchieste e notizie dai tribunali.
Perché dopo i domiciliari a Totò Cuffaro, il semplice resoconto dei guai della maggioranza, si appesantisce ulteriormente. Due giorni fa, è arrivata la richiesta di rinvio a giudizio della Procura di Palermo per il presidente dell’Ars Gaetano Galvagno (FdI), accusato di corruzione, peculato, truffa e falso. A processo per corruzione a Catania c'è Luca Sammartino, vicepresidente della Regione, assessore all'Agricoltura e big della Lega in Sicilia. Corruzione è il reato contestato all'assessora al Turismo Elvira Amata (FdI), nell’ambito della stessa inchiesta che ha coinvolto Galvagno. Associazione a delinquere, turbata libertà degli incanti e frode nelle pubbliche forniture sono le accuse della Procura di Agrigento all’ex assessore regionale all’Energia Roberto Di Mauro, attuale capogruppo del Mpa all’Ars. Militava tra i lombardiani anche Giuseppe Castiglione che ha lasciato la carica di deputato regionale dopo l’arresto a Catania per voto di scambio. Tentata concussione e abuso d’ufficio sono i reati contestati dalla Procura di Termini Imerese a Salvo Geraci, capogruppo della Lega all’Ars, rinviato a giudizio e dimessosi dalla commissione regionale Antimafia. All’attuale capogruppo della Dc all’Ars, Carmelo Pace, la Procura di Palermo contesta la corruzione nell’ambito dell’inchiesta che coinvolge Cuffaro ma il gip ha respinto la richiesta degli arresti. Per tentata violenza privata, nell’ambito di un’inchiesta sulla sanità a Palermo, è indagato il deputato regionale di Fi Gaspare Vitrano, mentre il peculato è la contestazione della Procura di Palermo per l’ex presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè. Molti di loro, due giorni fa, hanno detto «no» alla mozione di sfiducia contro il governatore, difendendo l'operato del governo. Ma vista la lista non breve, non è troppo complicato, nemmeno in questo caso, prevedere che i prossimi anni possano essere puntellati, periodicamente, dalle notizie sugli sviluppi dei singoli casi. Non a caso, adesso le opposizioni spingono su quel tasto: «Si scrive Schifani, si legge Cuffaro-Dell’Utri», ha detto ieri il segretario regionale del Pd, Anthony Barbagallo, in scia col resto delle opposizioni. I risultati, buoni o cattivi che siano, sono già sullo sfondo.