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Le indagini

Tentata estorsione alla Cosedil con metodo mafioso e impiegando un minore, tre arresti

Misure cautelari su tre indagati: due già in carcere e uno ai domiciliari. Avevano tentato di estorcere denaro alla ditta catanese impegnata a Fondo Fucile nei lavori di risanamento

Redazione Messina

20 Dicembre 2025, 07:37

08:44

Carabinieri

Carabinieri

I carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale di Messina stanno eseguendo un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del Tribunale peloritano - su richiesta della locale Direzione distrettuale antimafia - nei confronti di un 39enne e di un 33enne (già detenuti, rispettivamente, presso le Case Circondariali di Palermo e Agrigento), nonché di un 24enne (in stato di detenzione domiciliare), per i delitti di «tentata estorsione» e «accesso indebito a dispositivi idonei alla comunicazione da parte di soggetti detenuti», aggravati dal metodo mafioso e dall’impiego di un minore.

Si tratta della richiesta di pizzo al presidente di Confindustria Sicilia Gaetano Vecchio, amministratore delegato dell'azienda di costruzioni Cosedil. Vecchio aveva denunciato dopo una richiesta di 250mila euro. L'azienda catanese, impegnata nei lavori di risanamento di Fondo Fucile, aveva ricevuto la richiesta di pizzo al telefono: un minorenne si era avvicinato al capo cantiere consegnandogli un telefono. Dall'altro capo del telefono, in videochiamata, due persone che dal carcere gli impongono di pagare il pizzo, uno collegato dal carcere di Palermo e l'altro dal penitenziario di Agrigento. Coinvolto anche un 24enne, ora ai domiciliari, e il minore che ha consegnato il telefono.

I particolari verranno spiegati durante una conferenza stampa nella sede dei carabinieri di Messina, alla presenza del capo della procura, Antonio D'Amato, alle 10.30.