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Musica migrante: il progetto MMM tra Mediterraneo e Africa subsahariana

Il progetto del Conservatorio A. Scarlatti, crea un ponte: oltre trenta mobilità tra Palermo, Sousse, Manouba, Alessandria e Lagos

Redazione La Sicilia

01 Ottobre 2025, 18:16

Musica migrante: il progetto MMM tra Mediterraneo e Africa subsahariana

“MMM Mediterranean/Sub-Saharan Music Movement”, il progetto del Conservatorio A. Scarlatti, presentato di recente a Budapest (programma), ha rappresentato una rara occasione di incontro fra Europa e Africa.

La partnership si è estesa fino alla Nigeria e ha attivato più di trenta mobilità, in arrivo e in partenza, tra Palermo e le istituzioni di Sousse, Manouba, Alessandria d’Egitto e Lagos.

Le attività di docenti e studenti — questi ultimi ospitati per tre mesi a Palermo — hanno messo in luce le rispettive tradizioni musicali, attraverso laboratori di musicoterapia e arteterapia che hanno coinvolto minori non accompagnati di diversi centri di accoglienza.

Cardine della progettazione, l’impiego terapeutico della musica ha costituito il filo conduttore di un’alleanza inedita, in sinergia con il nuovo Biennio in Teorie e tecniche di Musicoterapia del Conservatorio.

Nel concerto conclusivo del Sicilia Jazz Festival 2025, realizzato con la partecipazione dell’Institut Supérieur de Musique di Sousse, il dialogo tra le due sponde del Mediterraneo si è tradotto in un raffinato métissage: accanto a strumenti nordafricani come kanun e oud, sono stati utilizzati strumenti nati nei workshop curati dai professori del Department of Creative Arts della University of Lagos, tra cui il tubet costruito con materiali di riciclo, il maedin realizzato con dischi d’acciaio provenienti dalla storica via Candelai e il bambuofono ideato dallo scenografo Fabrizio Lupo.

Altamente partecipato anche l’happening sul mare al Molo di Sant’Erasmo, dove il movimento corale ideato dalla presidente dell’Associazione Nazionale Tunisina di Musicoterapia, docente presso l’Institut Supérieur de l’Education Spécialisée di Manouba, ha dato corpo alla visione alla base del progetto: musica che si muove (migra) in altri contesti, strumenti che muovono (generano) nuova musica, musica e danza che muovono (mettono in relazione) persone e popoli.

Di forte impatto, infine, l’esperienza a Lagos di quattro docenti siciliani: dall’eccezionale accoglienza musicale al vivace dibattito scaturito dalla performance pianistica del prof. Gianfranco Pappalardo, tanto ricca di energia e contenuti da ispirare il nuovo progetto “Piano World. Soul, Roots, Benefits”, con il coinvolgimento di Nigeria, India, USA e Argentina.