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Stefano De Martino: la sfida quotidiana con La Ruota della Fortuna e la missione di portare leggerezza

Il conduttore di Rai1 si racconta tra autoironia, famiglia e il commento sul furto dell'orologio

Laura Mendola

05 Ottobre 2025, 16:59

Stefano De Martino: la sfida quotidiana con La Ruota della Fortuna e la missione di portare leggerezza

Sulla “sfida” con La Ruota della Fortuna di Gerry Scotti, Stefano De Martino non si sottrae: “La concorrenza mi accende, l’avversario è importante: senza uno che ti fa correre, non si gioca. Dove c’è concorrenza c’è pubblico, come nello sport: penso a Coppi-Bartali, Sinner-Alcaraz, ed è bello riempire lo stadio tutte le sere”. Riconosce il legame storico tra il pubblico e Scotti (“È la voce più familiare d’Italia!”) e scherza: “Anche io guardo la Ruota, anche perché le mie partite so già come vanno a finire!”. Alla domanda su Sanremo risponde divertito: “Mi auguro che Carlo ne faccia tanti altri”. E, tornando al duello nell’access, chiosa: “E poi, io ora ho un’altra missione!”.

Ospite del Festival Rumore di Fanpage a Roma, in dialogo con Andrea Parrella, De Martino ha riflettuto su creatività, format e innovazione in tv, affrontando l’attualità e il senso dell’intrattenimento in tempi di conflitto. “Noi veniamo subito dopo il Tg1, quindi siamo come lo zucchero di una torta: il nostro ruolo è addolcire, ma è difficile portare leggerezza quando un attimo prima hai visto immagini atroci. E quando ce ne verrà chiesto conto dai nostri figli, che ne leggeranno sui libri di storia e ci chiederanno il perché, io una risposta non ce l’ho. È difficile provare a portare leggerezza in questo momento, perché sono il primo a vedere quelle immagini”.

Sul rapporto col figlio e il dovere di testimoniare: “Con mio figlio parlo di Gaza per fargli capire quanto siamo fortunati, non voglio che cresca in una bolla. Quello di cui sono davvero felice, guardando le piazze in questi giorni, è scoprire che il mondo non è solo orrore e guerra ma sa produrre qualcosa di meglio”.

Impegnato con Affari Tuoi su Rai1, rivendica l’autoironia: “È l’antidoto migliore. Di mestiere scherzo, e prendersi troppo sul serio è una trappola”. Commenta con leggerezza il furto del suo orologio, definendolo “problemi da arricchiti, se non hai i soldi non possono rubarti cose di valore”, e aggiunge: “Ogni tanto scivolo pure io in questa rivalsa sociale che passa attraverso simboli, perché sono cresciuto vedendo cose e pensando di non essere destinato ad averle. Poi, quando ho visto la notizia continuare a girare, mi sono detto: ‘Con tutto quello che sta succedendo, guarda se la gente si deve preoccupare del mio orologio!’. Sono solo cose, che vanno e vengono”. E ironizza: “Nel mio caso sono andate!”.

Infine, un bilancio sul percorso e la notorità: “Sono passato dall’essere ‘l’ex marito di’ a essere riconosciuto per il lavoro. Oggi mi fermano al supermercato e mi dicono: ‘Ieri hanno rifiutato un sacco di soldi’. È bellissimo, significa essere parte della quotidianità delle persone. Questo è il vero miracolo della televisione”.