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Televisione

Su Rai1 debutta la nuova serie "Noi del rione Sanità"

Racconta la rivoluzione felice di Don Antonio Loffredo a Napoli. Sei episodi dal 23 ottobre

Redazione La Sicilia

09 Ottobre 2025, 22:27

22:29

Su Rai1  debutta la nuova serie "Noi del rione Sanità"

Don Antonio Loffredo «ha costruito opportunità, ha ridato uno sguardo ai ragazzi di quel quartiere per affrontare la vita. Ho sentito il peso di quei panni, interpretare un personaggio ispirato a lui è stata una delle esperienze più difficili e emozionanti della mia carriera». Lo racconta Carmine Recano protagonista della serie in sei episodi al debutto dal 23 ottobre su Rai1 in prima serata, Noi del Rione Sanità di Luca Miniero, con un cast che comprende, fra gli altri, Nicole Grimaudo (nella foto in basso), Bianca Nappi, Vincenzo Nemolato. Tony Laudadio, Chiara Celotto, Giovanni Ludeno, Giampiero De Concilio, Rocco Guarino, Ludovica Nasti, Caterina Ferioli.


La fiction, prodotta da Rai Fiction, Mad Entertainment Raicom porta sul piccolo schermo, l’opera letteraria «Noi del Rione Sanità» nella quale Don Antonio Loffredo (che nel racconto televisivo, diventa Don Giuseppe Santoro) ha raccontato il suo percorso, partito più di 20 anni fa nel quartiere napoletano, allora in stato di abbandono e degrado oltre che preda della criminalità. Qui il sacerdote, ha operato giorno per giorno ricreando un dialogo con gli abitanti e soprattutto con i ragazzi ai quali ha dato modo anche di esprimersi attraverso il teatro. Insieme a sei giovani volontari ha poi fondato nel 2006 la cooperativa sociale La Paranza Onlus, una realtà con la quale il sacerdote ha elaborato un piano per riqualificare spazi abbandonati (come la Catacombe di San Gennaro) dando concrete opportunità di lavoro nel campo dell’arte, dello sport e della cultura, come alternativa alla criminalità organizzata e al traffico di droga.


«Io sono stato formato a pensare che essere prete significhi essere compagno di strada, essere come l’asinello che porta Gesù a Gerusalemme. Essere prete per me vuol dire 'essere con' - spiega Don Loffredo in collegamento da Napoli-. Nel quartiere che mi ha accolto si andava avanti senza speranza, si era rassegnati a pensare che le cose dovessero andare avanti sempre nello stesso modo, per la presenza della camorra. Ma quando si crede in Gesù che è risorto, vincendo la morte, tutti quegli ostacoli diventano piccolezze e si affrontano. E’ faticoso ma penso che questo sia il senso profondo di quello che ho fatto».
Il servizio pubblico «non può non raccontare queste storie - osserva Luigi Mariniello di Rai Fiction -. Qui si parla di un grande impegno civile, di un eroe comune che arriva in un luogo chiuso, e vi riporta la luce». L’idea della fiction è nata «dopo aver incontrato Don Antonio e le persone che ha cresciuto - spiega Maria Carolina Terzi di Mad Entertainment -. Siamo stati nei luoghi che ha cambiato e abbiamo visto l’energia positiva che ha portato in un posto abbandonato dagli stessi napoletani. In 20 anni ha realizzato una rivoluzione felice».

Miniero, ha voluto nel cast molti giovani interpreti usciti dal teatro creato da Don Loffredo: «Da napoletano aveva conosciuto il Quartiere sanità come invivibile e pericoloso. Tornarci da regista e trovarlo completamente trasformato, grazie all’energia di Don Antonio, è stato parte del racconto». Nelle storie delle puntate, che uniscono romanzo di formazione, battaglia sociale, elementi di noir, momenti di leggerezza e racconto intimo, gli elementi reali si mischiano alle rielaborazioni della finzione (le sceneggiature sono firmate da Salvatore Basile, Angelo Petrella e Benedetta Gargano). Un esempio è rappresentato dal personaggio fittizio di Manuela (Grimaudo), che era stata fidanzata di Giuseppe (Recano) prima che prendesse i voti. La donna si è poi sposata e ha avuto una figlia con un uomo violento e alcolizzato. «Rincontrare dopo anni Don Giuseppe - spiega Grimaudo - riapre per Manuela una grande finestra di speranza. Grazie a lui riesce a farsi aiutare e trova il coraggio di denunciare, di dire basta». Nel ruolo invece del capo camorrista del quartiere, c'è Giovanni Ludeno: "Faccio molta fatica a fare cattivi come questo - spiega l’attore - perché sono dei frustrati, delle persone violente, manipolatorie. Ho cercato di usare quel marcio che poi ognuno di noi ha e l’ho messo in questo personaggio».