Televisione
Domani al via Sanremo Giovani, chi è l'unico siciliano in gara
Dove vederlo, chi lo conduce, chi sono i concorrenti, come funziona il regolamento
Renato D'Amico
Un “Bacio piccolino”, un sogno grandissimo. Così Renato D’Amico, 27 anni, cantautore e produttore di Erice trapiantato a Milano, si prepara a vivere la sfida di Sanremo Giovani 2025, unica voce siciliana tra i 24 artisti in gara. La sua musica nasce dall’incontro tra il calore mediterraneo e le sonorità italo disco, fondendo scrittura d’autore, melodie pop e arrangiamenti che guardano agli anni '60 ’70 e ’80 con un tocco contemporaneo. «Sanremo, per chi fa musica in Italia, è un’istituzione. Per me è un onore far parte di un evento così speciale. Sono molto felice di esserci arrivato con un brano in cui credo profondamente, una canzone che sento davvero mia», esordisce.
Parliamo proprio di “Bacio piccolino”. Il riferimento a “Un bacio piccolissimo”, storico brano sanremese degli anni ’60, è voluto?
«Ho una grande passione per la musica italiana di quegli anni. Il suono di “Bacio piccolino” richiama naturalmente quel mondo retrò, è una dimensione musicale che amo, da cui cerco di attingere. Nel brano, però, il “Bacio piccolino” ha anche un significato reale all’interno del testo: è un’immagine legata a un’esperienza personale. Quando scrivo cerco sempre di unire emozioni e riferimenti diversi».
Racconta spesso il legame con la Sicilia. Come continua a influenzarla la sua Trapani?
«Tantissimo. Vivo fuori da quando avevo diciotto anni ma torno in Sicilia ogni volta che posso, soprattutto d’estate. Tornare nei luoghi dell’infanzia ti riporta indietro, come se i ricordi fossero rimasti sospesi nel tempo. Quella dimensione mi aiuta a scrivere, a ritrovare autenticità, quasi tutte le mie canzoni le ho scritte a casa».
Nel frattempo è uscito il nuovo singolo, "Per non farti del male".
«La canzone mette in discussione la nostra presunzione di capire la sofferenza altrui, spesso vista solo attraverso uno schermo. È un pezzo di denuncia, che parla di come a volte la vita umana valga meno di un soldo. La domanda è diretta e scomoda: ‘Se fossi tu qui al posto mio gireresti la testa dalla mia parte?’. È la denuncia amara di chi, pur sentendosi unito sotto lo stesso cielo, riconosce l'impotenza di fronte alla cruda realtà dell'ingiustizia globale».
Tornando ai riferimenti musicali: quali artisti l’hanno segnata di più?
«Lucio Battisti e Franco Battiato. Da Battiato la profondità dei contenuti, da Battisti la libertà musicale. Ascoltando i loro dischi mi rendo conto che anche molta musica contemporanea, consapevolmente o meno, continua a ispirarsi a loro».
Come produttore, che sguardo ha sulla nuova scena musicale italiana?
«Non mi piace giudicare, ma la musica di quegli anni non è mai davvero morta. Si continua ad ascoltare, a reinterpretare, anche se molti di quegli autori non ci sono più. Forse perché i contenuti erano più duraturi. Di fronte ad alcune produzioni attuali, a volte mi chiedo se resisteranno nel tempo. Ma non voglio fare paragoni: ogni epoca ha la sua voce».
Quanto incide l’essere produttore nel modo in cui scrivi e componi?
«Mi è sempre piaciuto il mondo della registrazione e la fase creativa in studio, negli ultimi anni ho iniziato a portare tutto questo lavoro anche sui miei brani, cercando di vedermi non solo come produttore ma anche come artista, due ruoli che in Italia spesso si distinguono ma che per me sono molto legati. Costruisco da solo lo scheletro dei pezzi, come in “Bacio Piccolino”, collaborando poi con chi stimo, come Ivan Grossi. È il mio modo di definire la mia identità musicale».
Il ricordo più bello legato a Sanremo?
«Non ne ho uno preciso, per me è legato indissolubilmente alla famiglia. Era un rito: ci mettevamo tutti sul divano per ascoltare i brani insieme. Vedere una macchina assurda come Sanremo entrare nelle case degli italiani è una cosa sempre emozionante».
Da martedì prende il via Sanremo Giovani, il talent che porterà due giovani artisti sui 24 selezionati (più 2 da Area Sanremo) sul palco dell’Ariston. Cinque appuntamenti ogni martedì dall'11 novembre al 9 dicembre in seconda serata su Rai2 per individuare i sei finalisti che si scontreranno poi nella finale del 14 dicembre dal Teatro Casinò di Sanremo in prima serata su Rai 1. Padrone di casa sarà il podcaster e conduttore radiofonico Gianluca Gazzoli, voluto e sostenuto da Carlo Conti, affiancato in studio dalla Commissione musicale composta da Ema Stokholma, Carolina Rey, Manola Moslehi, Enrico Cremonesi e Daniele Battaglia (più Conti e Claudio Fasulo 'fuorionda').
Nella prima serata a sfidarsi saranno Antonia, cmqmartina, Joseph, La Messa, Renato D’Amico e Xhovana (saranno sei per ogni appuntamento, con quattro eliminatorie e una semifinale. Il programma si può vedere anche su RaiPlay e Radio2 con la conduzione di Julian Borghesan, Manila Nazzaro e Giorgiana Cristalli.