il report
Il contributo degli agrigentini alla lotta di liberazione dal nazifascismo
La certosina ricerca è stata fatta da Calogero Segreto che ha pubblicato il volume “Uscire dall’oblio”
Sono stati 822 i partigiani agrigentini che parteciparono alla lotta di liberazione dal nazifascismo. La certosina ricerca è stata fatta da Calogero Segreto, architetto di Sciacca, docente, ricercatore e studioso, che ha pubblicato da poco il volume “Uscire dall’oblio” che contiene in 140 pagine l’elenco dettagliato di tutti i partigiani della provincia che furono protagonisti, tra il 1943 e il 1946, nei comitati di liberazione, nei gruppi spontanei, sia nelle città e nelle montagne del centro-nord della penisola.
Quello fatto da Segreto è un lungo elenco, frutto di un accurato censimento, di nomi di cui alcuni erano in parte poco noti perfino a figli e nipoti. Il numero dei partigiani non è esaustivo perché a distanza di qualche mese dalla pubblicazione, edita da Gianmarco Aulino, la ricerca storico-documentale ha portato all’individuazione di altri partigiani. Non c’è comune della provincia che non vanti almeno una presenza tra i partecipanti alla Resistenza.
Il ricercatore ha pubblicato in stretto ordine alfabetico i nominativi dei partigiani arricchiti dei dati anagrafici, della professione, dei paesi di origine, della divisione di appartenenza, dei gruppi di lotta, del nome di battaglia e di quanti caduti in combattimento o fucilati dai nazifascisti, rinchiusi in campi di concentramento, sepolti nei cimiteri italiani e all’estero, e dei più fortunati tornati a casa. Circa il 10 per cento tra gli 822 sono morti. Anche l’Arma dei Carabinieri ha avuto le sue vittime: 25 agrigentini. La Sicilia ha dato il suo contributo con circa 10mila partecipanti.
Questo l’elenco dei partigiani individuati in tutti i 43 comuni dell’Agrigentino: Agrigento 111, Alessandria della Rocca 8, Aragona 26, Bivona 12, Burgio 9, Calamonaci 3, Caltabellotta 6, Camastra 6, Cammarata 14, Campobello di Licata 36, Canicattì 68, Casteltermini 19, Castrofilippo 6, Cattolica Eraclea 14, Cianciana 20, Comitini 4, Favara 41, Grotte 13, Joppolo Giancaxio 2, Lampedusa e Linosa 3, Licata 57, Lucca Sicula 3, Menfi 9, Montallegro 4, Montevago 6, Naro 16, Palma di Montechiaro 20, Porto Empedocle 28, Racalmuto 35, Raffadali 31, Ravanusa 34, Realmonte 10, Ribera 21, Sambuca di Sicilia 13, San Biagio Platani 9, San Giovanni Gemini 3, Sant’Angelo Muxaro 4, Santa Elisabetta 4, Santa Margherita Belice 9, Santo Stefano Quisquina 13, Sciacca 34, Siculiana 14, Villafranca Sicula 5.
Lo studio e la pubblicazione sono stati presentati nei giorni scorsi al Circolo culturale Luigi Pirandello di Ribera. Presente l’autore con una appassionata relazione, hanno preso la parola Roberto Piparo e Giuseppe Ruvolo, davanti ad un pubblico molto interessato. Calogero Segreto ha voluto sfatare la considerazione che a pagare il prezzo in vite umane della liberazione siano stati i soli centro-settentrionali. Parlano le cifre. Sono state 60 le vittime di stragi in Sicilia dove non si è combattuto. Tra i diversi episodi ha ricordato l’eccidio di 8 contadini di Canicattì che il 13 luglio 1943, a seguito dello sbarco degli Americani, furono scambiati per nemici e uccisi dai soldati tedeschi in ritirata.
«Lo scopo dello studio – dice Calogero Segreto – è quello di riportare nei giusti parametri il grande contributo quantitativo e qualitativo dei partigiani della provincia di Agrigento, che nello stesso tempo desse il giusto merito a quanti, nel corso di quegli anni tragici, fecero la scelta di campo giusta. La ricerca vuole avere una funzione didattica, pedagogica e divulgativa per evitare l’oblio per quanti circa 80 anni fa fecero l’Italia».