×

l'agenzia

Standard & Poor’s conferma il rating dell'Italia BBB+ con outlook stabile

Un andamento favorevole attribuito alla maggiore stabilità politica e al consolidamento dei conti pubblici. La produzione industriale torna giù, -27% ad agosto

Redazione La Sicilia

10 Ottobre 2025, 22:51

Standard & Poor’s conferma il rating dell'Italia BBB+ con outlook stabile

Standard & Poor’s ha confermato il rating dell’Italia a “BBB+” con outlook stabile. L’agenzia era stata la prima, lo scorso aprile, a migliorare il giudizio sul Paese; nelle settimane successive è arrivato anche l’upgrade di Fitch. Un andamento favorevole attribuito alla maggiore stabilità politica e al consolidamento dei conti pubblici: secondo le ultime stime del Dpfp, quest’anno il disavanzo dovrebbe riportarsi attorno al 3%. Sui mercati, lo spread tra Btp decennali e Bund tedeschi resta stabilmente in area 80 punti base: la seduta si è chiusa in lieve ampliamento, da 80,5 a 81,7 punti, con il rendimento dei titoli italiani in flessione, ma meno pronunciata rispetto a quella dei Bund. L’attenzione si sposta ora su Moody’s, che a maggio ha confermato il merito di credito a Baa3 (un gradino sopra il livello “junk”, ovvero spazzatura), alzando però l’outlook da stabile a positivo. La revisione dell’agenzia è attesa per il 21 novembre.

Non tutti gli indicatori macroeconomici, però, segnalano schiarite. Il manifatturiero continua a soffrire e ad agosto la produzione industriale è tornata a calare. Dopo due mesi di tregua, l’indice scivola di nuovo in negativo: i dati Istat indicano un -2,4% m/m e -2,7% a/a. Agosto è un mese particolare, segnato dalle chiusure estive, ma la serie tendenziale resta pesante: da agosto 2023 prevalgono i segni meno, interrotti solo ad aprile e a luglio. Ne derivano nuove preoccupazioni tra consumatori ed esercenti. La media del trimestre giugno–agosto, sempre secondo Istat, registra una contrazione dello 0,6% rispetto ai tre mesi precedenti.

Ad agosto il calo è risultato pressoché diffuso tra i principali raggruppamenti: i beni di consumo segnano -1,2% m/m e -2,3% a/a; l’energia arretra dello 0,6% nel mese e dell’8,6% nell’anno. Nel confronto tendenziale, la flessione più marcata riguarda la fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria (-13,5%); seguono “altre industrie manifatturiere, riparazione e installazione di macchine e apparecchiature” (-6,4%) e l’industria del legno, della carta e stampa (-2,5%). In controtendenza, si registrano aumenti per la produzione di farmaci (+16,1%), la fabbricazione di mezzi di trasporto (+9,9%) e la produzione di coke e prodotti petroliferi raffinati (+7,1%).

Di fronte a questo quadro, si moltiplicano gli appelli a sostenere i consumi delle famiglie. Secondo Confcommercio, il dato di agosto, «seppure da leggere con cautela vista la particolarità del mese, è un ulteriore segnale delle difficoltà della nostra economia ad uscire dalla fase di stallo che stiamo attraversando». Per la Cgil, «è ormai lampante la sostanziale incapacità del governo di affrontare la più grande crisi produttiva dal dopoguerra» e «lo schema è chiaro: il ministro Urso e la presidente del Consiglio da domani torneranno a raccontare di un Paese florido e di politiche industriali che semplicemente non esistono». Il Codacons parla di «un tracollo» che cancella «lo spiraglio di luce intravisto a luglio», avvertendo che sull’industria pesa anche la scure dei dazi USA, che potrebbe «aggravare» i dati del 2025.