I DATI EUROSTAT
Il Sud in bilico: Calabria e Campania ai vertici europei del rischio povertà, poi c'è la Sicilia
Un quadro inquietante che chiarisce come l'Italia resti una nazione divisa, con il Mezzogiorno alle prese con emergenze sociali senza precedenti

Una famiglia calabrese su due vive sull'orlo dell'esclusione sociale, un dato che sorprende e inquieta nel cuore di un'Europa mai così spaccata tra ricchezza e marginalità. I numeri non lasciano spazio a interpretazioni: la Calabria è la seconda regione europea per rischio povertà, preceduta solo dalla Guyana francese. E non è un caso isolato, perché al Sud Italia la Campania, la Sicilia e la Puglia registrano percentuali di vulnerabilità lontane anni luce dalle realtà del Centro-Nord. È un'istantanea di un'Italia a due velocità che Eurostat ha appena tracciato con dovizia di dettagli nel suo report 2024, facendo emergere una dicotomia sociale sempre più insanabile.
Un Mezzogiorno sotto assedio economico-sociale
I dati diffusi da Eurostat per il 2024 mostrano con nettezza che il Sud Italia è il territorio europeo più fragile sotto il profilo economico e sociale. La Calabria, con un inquietante 48,8% di popolazione a rischio povertà o esclusione sociale, si colloca subito dietro alla Guyana francese (59,5%), territorio d’oltremare della Francia. Seguono poi altre regioni meridionali italiane: la Campania (43,5%), la Sicilia (40,9%) e la Puglia (37,7%).
Si tratta di valori che superano di gran lunga la media europea, stabilita al 21%. Addirittura quasi il doppio per Calabria e Campania, e ampiamente oltre la soglia critica del 33% che identifica le aree ad alta vulnerabilità sociale. Un vero campanello d’allarme che denuncia una realtà economica e sociale profondamente diseguale e complessa da affrontare senza politiche strutturali incisive e mirate.
Centro-Nord d’Europa: un contesto radicalmente diverso
Lo stesso rapporto richiama una netta separazione geografica nel benessere e nella sicurezza economica all’interno dello stesso paese. Il Centro-Nord appare come un’oasi di relativa stabilità. Ad esempio, Bolzano registra un tasso di rischio povertà di appena il 6,6%, una cifra in netto contrasto con le regioni meridionali. Anche regioni come le Marche, l’Emilia-Romagna e il Veneto mostrano valori molto più contenuti, che riflettono una minore esposizione a condizioni di povertà estrema e un più efficace sistema di welfare e sviluppo economico.
Questa forbice tra Nord e Sud evidenzia una vera e propria "Europa a due velocità", con il Mezzogiorno allo stato attuale come lacerazione sociale ed economica dell’intero Paese. Le conseguenze di questo divario si riflettono su intere comunità, influenzando negativamente la crescita sostenibile, l’occupazione e i servizi essenziali, alimentando cicli di marginalizzazione che si perpetuano da decenni.
Radici profonde dell’emergenza sociale nel Sud
La crisi dietro a questi numeri ha cause ben radicate e multifattoriali. La Calabria e le altre regioni meridionali soffrono storicamente di un modello di sviluppo economico insufficiente e disomogeneo, accompagnato da debolezze strutturali come la carenza di infrastrutture, opportunità di lavoro limitate, bassa capacità attrattiva di investimenti, e un tessuto produttivo prevalentemente basato su settori poco innovativi e poco integrati nei mercati globali.
A questo si aggiungono fenomeni sociali che aggravano ulteriormente la situazione, come la dispersione scolastica, la disoccupazione giovanile elevata e una crescita demografica rara nel resto d’Italia, ma che qui si accompagna a condizioni di povertà e vulnerabilità crescente. Questi fattori combinati profondamente influenzano lo stile di vita di milioni di cittadini, costringendoli in una sorta di limbo economico che rende difficile la fuoriuscita dalla soglia di povertà.
Le ricadute sulle comunità e sulle persone: storie di vita reale
Dietro ai numeri ci sono le storie di famiglie che affrontano ogni giorno la difficoltà di far quadrare il bilancio, mantenere una dimora dignitosa, garantire cure mediche e un’istruzione ai propri figli. Il rischio povertà ed esclusione sociale si traduce in condizioni di vita precarie, accesso insufficiente ai servizi pubblici essenziali e, spesso, in una perdita di speranza verso un futuro migliore.
Le differenze tra Sud e Nord d’Italia non sono soltanto numeriche o astratte ma incidono profondamente sulla qualità della vita e sulle opportunità a disposizione di ciascuno. Una realtà che richiede interventi urgenti e coordinati a livello nazionale ed europeo per evitare che queste disparità si consolidino e diventino irreversibili.