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i dati

Per ricerca in Italia speso solo 44% degli 8,5 miliardi Pnrr: ma la Sicilia è prima con il maggior numero di progetti

I fondi sono stati stanziati con l'obiettivo di rafforzare il trasferimento tecnologico tra università, enti e imprese

Francesca Aglieri Rinella

03 Novembre 2025, 11:53

Per ricerca in Italia speso solo 44% degli 8,5 miliardi Pnrr: ma la Sicilia è prima con il maggior numero di progetti

Solo il 44% degli 8,5 miliardi di euro del Pnrr destinati a rafforzare il trasferimento tecnologico tra università, enti di ricerca e imprese risulta effettivamente speso nel periodo compreso tra il 9 novembre 2022 e il 20 maggio 2025: meno della metà.

La quota più rilevante, pari al 60%, è stata assorbita dal capitolo del personale, con oltre 12 mila nuovi ricercatori assunti, il 47% dei quali donne.

Il dato emerge dalla quinta edizione della Relazione sulla ricerca e l’innovazione in Italia, presentata oggi a Roma e realizzata da tre istituti del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) con il contributo dell’Area Studi Mediobanca: l’Istituto di ricerche sulla popolazione e le politiche sociali, l’Istituto di ricerca sulla crescita economica sostenibile e l’Istituto di studi sui sistemi regionali, federali e sulle autonomie.

L’ambito che ha catalizzato finora la quota più consistente dei finanziamenti (30,3%) è quello della transizione digitale e dell’aerospazio, che presenta anche il maggior numero di iniziative. Segue il comparto clima ed energia, con il 20,6%.

Gli autori precisano che i numeri sono parziali: la rendicontazione delle spese si chiuderà il 31 dicembre 2026 e, com’è fisiologico, una parte significativa del processo si concentrerà nella fase finale, dunque negli ultimi mesi del prossimo anno.

Il settore della ricerca, in ogni caso, si conferma tra i migliori per capacità di impegnare le risorse.

Il divario territoriale resta marcato: la spesa rendicontata si attesta al 68,7% nel Centro-Nord contro il 31,3% nel Mezzogiorno. Tuttavia, il rapporto tra nuove assunzioni e personale complessivo della ricerca è sensibilmente più alto nelle regioni meridionali, con una media del 4,1% che raggiunge il 5,6% nelle Isole, a fronte del 2% nel Nord e del 2,5% nel Centro. Un dato che indica come gli investimenti abbiano contribuito ad attenuare lo squilibrio tra aree del Paese.

La Sicilia guida la classifica

Per numero di iniziative, la Sicilia guida la classifica con 12 progetti, seguita da Campania, Lazio e Lombardia con 9 ciascuna. Restano invece senza iniziative attive Marche, Molise, Umbria e Valle d’Aosta, mentre Basilicata e Calabria ne contano una sola. Oltre all’inserimento di nuovo personale, le risorse sono state impiegate anche attraverso i cosiddetti bandi a cascata, strumento pensato per trasferire fondi alle imprese: ne sono stati pubblicati 424, per un ammontare complessivo di circa 822 milioni di euro. Il documento segnala infine il nodo della sostenibilità al termine del PNRR, in assenza di misure strutturali capaci di consolidare i risultati conseguiti. Molte assunzioni, infatti, sono a tempo determinato e, al momento, non sono previste risorse dedicate per garantire la continuità occupazionale né nel settore pubblico della ricerca né nel comparto produttivo privato.