il dato
La Sicilia che non ti aspetti: le partite Iva crescono e a guidare il trend sono gli under 35
Che cosa ci dice l'analisi di Assoesercenti basata su dati del Ministero dell’Economia e delle Finanze
Nonostante la crisi economica, la Sicilia conferma la propria vitalità imprenditoriale, posizionandosi al terzo posto in Italia per nuove partite Iva aperte nel 2025. Secondo un’analisi di Assoesercenti basata su dati del Ministero dell’Economia e delle Finanze, nel secondo trimestre dell’anno in Italia sono state registrate 121.138 nuove aperture, segnando un calo dello 0,7% rispetto allo stesso periodo del 2024. La Sicilia, invece, ha registrato una crescita del 5,2%, superata solo dalla Valle d’Aosta e dal Veneto.
A guidare la spinta imprenditoriale nell’isola sono le province di Catania, Palermo e Messina, come evidenziato da Salvo Politino, presidente di Assoesercenti in Sicilia. Tra gli imprenditori emergenti, il 60,9% sono uomini, il 39,1% donne, con una forte presenza di giovani under 35 che rappresentano il 48,7%, mentre il 30,6% ha un’età compresa tra 36 e 50 anni. La maggioranza ha scelto il regime forfettario, adottato dal 46,2% dei nuovi titolari di partita Iva.
Tra i settori trainanti, spiccano l’assistenza sociale e la salute umana, con un incremento di attività del 19%, che in parte sfuggono all’iscrizione alla Camera di Commercio. Il commercio rimane un settore di punta, con 13.472 nuove imprese iscritte nei primi sei mesi del 2025, pari a un aumento del 6,5% rispetto al 2024. Contemporaneamente si registra una diminuzione delle cessazioni del 5,5%, con 11.504 attività attive contro le 12.174 dell’anno precedente.
Tra i comparti in crescita figurano anche agricoltura, edilizia e turismo, quest’ultimo con 352 nuove iscrizioni e 922 cessazioni. Nel commercio, invece, si contano 1.706 nuove aperture e 3.463 cessazioni.
Un fenomeno emergente riguarda il numero significativo di imprese iscritte alla Camera di Commercio senza attività dichiarata, fenomeno attribuito in gran parte alle startup in fase di attesa per partecipare a bandi specifici. Nel 2025 sono 6.475 queste realtà “non classificate”. Politino sottolinea inoltre che una parte di queste imprese sceglie tale status per non attivare subito il pagamento dei contributi Inps.