Il fatto
Averna, l'amaro siciliano è nuovamente in vendita: cosa cambia per una tradizione che va avanti dal 1868
Campari ha messo sul mercato il marchio ideato per puntare sui mercati americani con Aperol
C’è un profumo che sa di arancia amara, di erbe mediterranee e di storia familiare: è quello dell’Amaro Averna, nato a Caltanissetta nel 1868 grazie all’intuizione di Salvatore Averna che ricevette segreta e immutata immutata dal 1868 da fra' Girolamo, priore dell’Abbazia di Santo Spirito a Caltanissetta, come segno di gratitudine per i suoi atti di beneficenza. Non è solo un liquore, ma un simbolo di identità siciliana, capace di portare nel bicchiere il calore dell’isola e la sua tradizione conviviale.
Quando Campari lo acquisì nel 2014, molti videro in quella mossa la possibilità di dare ad Averna una nuova vita internazionale. Eppure, oggi la notizia della vendita del ramo produttivo di Caltanissetta segna un passaggio che ha il sapore di una cesura: un marchio storico che rischia di perdere il suo legame con la terra che lo ha generato.
La logica industriale
Campari, sotto la guida del nuovo CEO Simon Hunt, ha scelto di concentrare le energie su brand globali come Aperol, che negli Stati Uniti viene spinto come alternativa trendy alla birra. Averna, invece, pur amato e radicato, non ha lo stesso potenziale di crescita internazionale. Da qui la decisione di metterlo sul mercato, insieme ad altri marchi “non core”.
Il cuore siciliano
Ma Averna non è solo fatturato. È memoria collettiva, è il bicchiere offerto agli ospiti dopo pranzo, è il sapore che accompagna le feste. Lo stabilimento di Caltanissetta, che un tempo dava lavoro a decine di operai, oggi conta tre addetti. La vendita apre interrogativi sul futuro: chi raccoglierà l’eredità di questo marchio? Riuscirà a mantenere vivo il legame con la Sicilia?