Il caso
Spopolamento senza freni, in 20 anni si sono aggravati i tassi di migrazione e anzianità
Secondo Uil regionale i dati Istat indicano che "le partenze della generazione-trolley, alla ricerca obbligata di migliori sorti altrove, sono alla base di un circuito vizioso che pesa ovviamente su minori nascite invecchiamento della popolazione"
Una panoramica di Enna
C’è un dato che da vent’anni accompagna costantemente le cronache e gli studi statistici sul territorio ennese, come una mannaia sul capo: è il saldo migratorio interno che si è aggravato da meno 3,1 a meno 4,2 (per mille abitanti) tra il 2004 e il 2024, in controtendenza rispetto al Mezzogiorno (da 3,1 a 2,6) e alla Sicilia (da 3 a 2,8). A constatarlo, oltre che gli ennesi ormai rassegnati a un’involuzione sistematica, è la Uil tramite la segretaria generale regionale Luisella Lionti e il coordinatore regionale con delega su Enna, Enzo Savarino: «Sono numeri che parlano chiaramente dei fattori principali dello spopolamento ennese tra scarse opportunità e disagio sociale, mancanza di lavoro e fuga dal territorio».
Secondo i due sindacalisti «le partenze della generazione-trolley, alla ricerca obbligata di migliori sorti altrove, sono alla base di un circuito vizioso che pesa ovviamente su minori nascite e invecchiamento della popolazione». In linea con questo calo di presenze sul territorio, anche se più coerente con la tendenza nazionale, c’è il tasso di natalità calcolato su mille abitanti passato a Enna dal 9,2 al 6,1 tra il 2004 e il 2024 (meno 3,1 per mille in tendenza con Italia, Sud e Sicilia dove il calo varia tra il 3,5 e il 3,4). Preoccupa, invece, l’indice di vecchiaia (quanti anziani ogni 100 giovani) che si è impennato sfondando ampiamente nel 2025 “quota 200”: secondo Istat si è attestato al 227,3%, mentre vent’anni fa era al 117,4%. Tra i dati pressoché invariati dal 2004 al 2024 c’è quello del numero medio di figli per donna, passato da 1,4 (sempre su mille abitanti) a 1,1. Rispecchia la prudenza e la tendenza anche a fare figli, vista l’asfittica situazione economica ennese.
Quindi l’appello al prefetto Maria Carolina Ippolito: «Ci rivolgiamo alla sua sensibilità istituzionale affinchè sovrintenda di concerto con parti sociali ed enti pubblici a una dettagliata verifica su fame di infrastrutture e opere incompiute, che rappresentano sempre più uno scandalo di fronte ai numeri sempre più impietosi sulla decrescita di Enna».