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Il caso

Spopolamento senza freni, in 20 anni si sono aggravati i tassi di migrazione e anzianità

Secondo Uil regionale i dati Istat indicano che "le partenze della generazione-trolley, alla ricerca obbligata di migliori sorti altrove, sono alla base di un circuito vizioso che pesa ovviamente su minori nascite invecchiamento della popolazione"

Enrico De Cristoforo

27 Ottobre 2025, 20:13

Spopolamento senza freni, in 20 anni si sono aggravati i tassi di migrazione e anzianità

Una panoramica di Enna

C’è un dato che da vent’anni accompagna costantemente le cronache e gli studi statistici sul territorio ennese, come una mannaia sul capo: è il saldo migratorio interno che si è aggravato da meno 3,1 a meno 4,2 (per mille abitanti) tra il 2004 e il 2024, in controtendenza rispetto al Mezzogiorno (da 3,1 a 2,6) e alla Sicilia (da 3 a 2,8). A constatarlo, oltre che gli ennesi ormai rassegnati a un’involuzione sistematica, è la Uil tramite la segretaria generale regionale Luisella Lionti e il coordinatore regionale con delega su Enna, Enzo Savarino: «Sono numeri che parlano chiaramente dei fattori principali dello spopolamento ennese tra scarse opportunità e disagio sociale, mancanza di lavoro e fuga dal territorio».
Secondo i due sindacalisti «le partenze della generazione-trolley, alla ricerca obbligata di migliori sorti altrove, sono alla base di un circuito vizioso che pesa ovviamente su minori nascite e invecchiamento della popolazione». In linea con questo calo di presenze sul territorio, anche se più coerente con la tendenza nazionale, c’è il tasso di natalità calcolato su mille abitanti  passato a Enna dal 9,2 al 6,1 tra il 2004 e il 2024 (meno 3,1 per mille in tendenza con Italia, Sud e Sicilia dove il calo varia tra il 3,5 e il 3,4). Preoccupa, invece, l’indice di vecchiaia (quanti anziani ogni 100 giovani) che si è impennato sfondando ampiamente nel 2025 “quota 200”: secondo Istat si è attestato al 227,3%, mentre vent’anni fa era al 117,4%. Tra i dati pressoché invariati dal 2004 al 2024 c’è quello del numero medio di figli per donna, passato da 1,4 (sempre su mille abitanti) a 1,1. Rispecchia la prudenza e la tendenza anche a fare figli, vista l’asfittica situazione economica ennese.

«Il declino di questa provincia non è ineluttabile, né irreversibile - affermano Lionti e Savarino - non accettiamo passivamente  questa narrazione di regresso. Il confronto con rappresentanti politici e associazioni datoriali rappresenta la strada maestra, purché si faccia presto e bene producendo risultati concreti di cui c’è urgente bisogno. Per questo, rilanciamo innanzitutto l’interlocuzione con l’amministrazione provinciale concordata nei mesi scorsi tra il sindacato unitario e il presidente Piero Capizzi con la partecipazione dei rappresentanti dell’Università Kore di Enna. È tempo di incontrarci nuovamente, stavolta per analizzare proposte operative e mettere in campo progetti fattibili».
Quindi l’appello al prefetto Maria Carolina Ippolito: «Ci rivolgiamo alla sua sensibilità istituzionale affinchè sovrintenda di concerto con parti sociali ed enti pubblici a una dettagliata verifica su fame di infrastrutture e opere incompiute, che rappresentano sempre più uno scandalo di fronte ai numeri sempre più impietosi sulla decrescita di Enna».