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Baby Gang lascia il carcere e va in una comunità terapeutica per disintossicarsi

Il rapper era stato arrestato perché trovato in possesso di una pistola

Redazione La Sicilia

01 Ottobre 2025, 19:36

01 Ottobre 2025, 19:35

Baby Gang lascia il carcere e va in una comunità terapeutica per disintossicarsi

È «un artista» che, al di là dell’«immagine esteriore», non è «niente più che un giovane italiano di seconda generazione afflitto da patologiche dipendenze da sostanze, e che sta cercando, in ogni modo, di emergere dal contesto economico e sociale profondamente degradato e disagiato al quale è stato, sin da giovanissimo, esposto e del quale è divenuto, suo malgrado, narratore».

Così l’avvocato Niccolò Vecchioni ha descritto il trapper Baby Gang, 24 anni, all’anagrafe Zaccaria Mouhib, da tempo al centro delle cronache giudiziarie e al contempo ai vertici delle classifiche di streaming, con quasi tre milioni di follower e collaborazioni di rilievo con rapper affermati.

Quell’istanza oggi è stata accolta dalla gip di Milano, Fiammetta Modica, che ha disposto la scarcerazione del musicista, arrestato quasi un mese fa per detenzione di una pistola clandestina. Per lui sono stati stabiliti i domiciliari, con braccialetto elettronico, in una comunità terapeutica dell’hinterland milanese, nell’ambito di un percorso di «disintossicazione».

L’11 settembre Baby Gang era finito nuovamente in cella dopo che i carabinieri, nell’ambito di un’inchiesta più ampia della Procura di Lecco, avevano rinvenuto in una camera d’albergo a Milano, dove alloggiava dopo un’esibizione al concerto di Emis Killa, una semiautomatica con matricola abrasa nascosta in un portatovaglioli. Nelle stesse ore, a Calolziocorte, nel Lecchese, a casa sua erano state recuperate altre due armi.

L’indagine era scaturita dal ritrovamento di un mitragliatore AK47 riconducibile alla famiglia Hetem (i cui componenti sono stati arrestati), impiegato «durante le riprese di alcuni video» di Baby Gang e dell’amico e collega Simba La Rue.

«Ho paura di essere derubato, perché indosso sempre una collana dal valore di più di 200mila euro», aveva dichiarato il 24enne per giustificare il possesso dell’arma.

Nel provvedimento che sostituisce la misura cautelare, la gip dà atto che la difesa ha prodotto documentazione che certifica «lo stato di tossicodipendenza» da cannabis e alcol e che l’«Asst della Regione Lombardia» lo ha «preso in carico» per un percorso presso la comunità, che si è detta disponibile.

La Procura aveva chiesto la permanenza in carcere, rilevando le reiterate violazioni della sorveglianza speciale cui l’artista è sottoposto.

Secondo la giudice, invece, possono essere sufficienti il braccialetto elettronico e «stringenti prescrizioni», non ravvisandosi esigenze cautelari di eccezionale rilevanza tali da imporre la detenzione in istituto. È «molto giovane», sottolinea, e può intraprendere il percorso di cura.

Le regole imposte sono rigorose: divieto di detenere e utilizzare telefoni e altri dispositivi, e quindi di accedere ai social; possibilità di incontrare soltanto i familiari e la compagna. In caso di violazioni, ha precisato la gip, verrà ripristinato il carcere.

Nell’istanza, il legale ha evidenziato la «ferma volontà» del cantante «di intraprendere un percorso terapeutico per guarire dalle proprie patologie», individuate come la «spinta propulsiva» degli illeciti.

Ha inoltre ricordato che, anche nella sparatoria del 2022 a Milano, per la quale il suo assistito è stato condannato in via definitiva, non fu lui a «impiegare le armi per ferire gli oppositori».

L’avvocato ha segnalato una «forma di patologica fascinazione per le armi» e ha concluso che, grazie alle cure, l’artista, considerato un «simbolo generazionale», potrebbe finalmente «abbracciare una nuova dimensione di vita».