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IL PREMIO

Nobel per la Fisica 2025: la meccanica quantistica che si può tenere in mano

Tre scienziati rivoluzionano la fisica con esperimenti che uniscono mondo quantistico e realtà tangibile

Alfredo Zermo

07 Ottobre 2025, 14:13

Nobel per la Fisica 2025: la meccanica quantistica che si può tenere in mano

Immaginate di poter osservare con i vostri occhi un fenomeno quantistico, quel regno misterioso e infinitesimale che di solito sfugge completamente alla nostra percezione quotidiana. È esattamente questo il confine che hanno abbattuto John Clarke, Michel H. Devoret e John M. Martinis, i tre premi Nobel per la Fisica 2025, che hanno dimostrato come la meccanica quantistica si manifesti anche in circuiti elettrici di dimensioni macroscopiche, cioè abbastanza grandi da poter essere tenuti in mano. Un risultato che non è solo una scoperta scientifica, ma un balzo epocale verso il futuro della tecnologia.

La sfida del mondo quantistico su scala macroscopica

Da sempre, la domanda che ha affascinato e tormentato i fisici è: fino a che punto le leggi della meccanica quantistica, che governano il comportamento delle particelle subatomiche, possono essere estese a sistemi più grandi? Tradizionalmente, gli effetti quantistici si osservano solo nell’infinitamente piccolo, dove tutto è dominato dall’incertezza e dalla probabilità. Ma i tre scienziati americani, rispettivamente professori presso Università della California - Berkeley, Yale University e Università della California - Santa Barbara, hanno dimostrato che anche circuiti elettrici sufficientemente grandi possono esibire due tra i fenomeni più affascinanti della fisica quantistica: il tunnel quantistico macroscopico e la quantizzazione dell’energia.

Le scoperte premiate

La scoperta, premiata dall’Accademia Reale delle Scienze di Svezia, consiste nell’aver osservato un effetto di tunnel quantistico su scale macroscopiche. In parole semplici, si tratta della capacità di una particella di attraversare una barriera energetica che, secondo la fisica classica, dovrebbe essere insormontabile. Ma ciò che rende rivoluzionario questo risultato è aver dimostrato che questo fenomeno può avvenire in sistemi abbastanza grandi da essere visibili e manipolabili: non più solo un mondo invisibile ai nostri occhi, ma qualcosa di tangibile.

A questo si aggiunge la prova dell’energia quantizzata in un circuito elettrico, un’evidenza che il mondo quantistico non è più confinato al regno dell’astratto, ma può essere studiato direttamente in dispositivi concreti. Questi risultati aprono la strada a tecnologie avanzate come i computer quantistici, la criptografia quantistica e i sensori quantistici, strumenti che promettono di rivoluzionare il nostro modo di comunicare, calcolare e percepire il mondo.

Implicazioni e futuro della ricerca quantistica

Secondo le parole di Olle Eriksson, presidente del Comitato Nobel per la Fisica, questo premio celebra non solo la continuità delle scoperte sorprendenti in fisica quantistica dopo più di un secolo, ma sottolinea come questa disciplina sia la base imprescindibile di tutte le tecnologie digitali. Lo studio di Clarke, Devoret e Martinis non è solo un contributo teorico, ma un punto di partenza concreto per la prossima generazione di tecnologie quantistiche che già oggi incutono grande interesse a livello globale.

La cifra complessiva del premio ammonta a 11 milioni di corone svedesi (circa 1,17 milioni di dollari), equamente divisa tra i vincitori, simbolo dell’importanza collettiva di questa scoperta.

Chi sono i protagonisti

  • John Clarke, britannico di nascita, è professore all’Università della California, Berkeley, noto per i suoi contributi pionieristici nella fisica quantistica applicata.
  • Michel H. Devoret, francese, insegna alla Yale University e all’Università della California, Santa Barbara, dove collabora con Martinis.
  • John M. Martinis, anch’egli professore alla Università della California, Santa Barbara, ha guidato ricerche di frontiera sui circuiti quantistici.

Le loro carriere esemplari testimoniano la convergenza internazionale della ricerca scientifica e l’importanza della collaborazione tra istituzioni per raggiungere traguardi di altissimo livello.

L’esperimento che ha convinto l’Accademia Reale delle Scienze di Svezia non mostra solo il successo di un progetto scientifico, ma apre la porta a un futuro in cui la tecnologia quantistica sarà parte integrante della nostra vita quotidiana, dalla sicurezza dei dati alla potenza di calcolo.