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Diplomazia

Tajani: «I negoziati in Egitto segnali di speranza sul Medio Oriente»

L'auspicio è che si traducano in speranza e poi in risultati concreti e fine della guerra per la costruzione della pace

Francesca Aglieri Rinella

07 Ottobre 2025, 15:52

16:06

Tajani: «I negoziati in Egitto segnali di speranza sul Medio Oriente»

Antonio Tajani, vicepremier e ministro degli Esteri, ha sottolineato la necessità di intensificare gli sforzi diplomatici sul dossier mediorientale. «Sul Medio Oriente bisogna lavorare. Già il fatto che a Sharm el-Sheikh si tengano riunioni tra Israele e Hamas, con altri mediatori, compresi gli americani, che sono quelli che hanno presentato il piano, vuol dire che ci sono dei segnali di speranza». Intervenendo a margine del convegno "Città nel futuro", alla Camera, il titolare della Farnesina ha espresso fiducia in un possibile esito positivo del negoziato: «Speriamo - ha aggiunto - che i segnali di speranza si tradurranno in speranza e poi in risultati concreti e fine della guerra per la costruzione della pace».

Il gruppo terroristico al potere nella Striscia di Gaza, Hamas, avrebbe infatti accettato di consegnare armi a un organismo palestinese-egiziano, durante i negoziati indiretti condotti dal movimento con Israele nella città egiziana di Sharm el-Sheikh. Lo ha dichiarato una fonte palestinese a Sky News Arabia. Il disarmo di Hamas, previsto dal piano per porre fine alla guerra a Gaza presentato la scorsa settimana dal presidente americano Donald Trump, è uno dei temi più contesi. Secondo la fonte della tv emiratina, Hamas avrebbe anche accettato la proposta di esilio volontario, in cambio di garanzie Usa sul loro futuro. Inoltre, prosegue la fonte, Hamas avrebbe chiesto un cessate il fuoco e lo stop del controllo aereo israeliano per una settimana per recuperare gli ostaggi da liberare. Secondo il piano di Trump, Hamas dovrebbe rilasciare i 48 ostaggi israeliani, vivi e morti, nella prima fase. La fonte palestinese citata da Sky News Arabia è intervenuta anche sulla gestione dell'amministrazione di Gaza dopo la fine della guerra. Hamas "rifiuta la presenza dell'ex primo ministro britannico Tony BLAIR come governatore di Gaza", afferma la fonte, secondo cui Hamas avrebbe accettato l'ingresso nella Striscia delle forze di sicurezza palestinesi che si stanno addestrando in Egitto e Giordania. Intanto oggi sono ripresi i colloqui indiretti fra Israele e Hamas mediati da Qatar ed Egitto a Sharm el-Sheikh, dove è atteso l'inviato di Trump per il Medio Oriente, Steve Witkoff, nelle prossime ore.

Ma cosa sono i negoziati di pace in Egitto? Si riferiscono agli sforzi diplomatici ospitati dal governo egiziano per risolvere conflitti nella regione mediorientale. 

Dall’ottobre 2023, dopo lo scoppio della guerra tra Israele e Hamas, l’Egitto è diventato uno dei principali mediatori per cercare:una tregua umanitaria o cessate il fuocola liberazione degli ostaggi israeliani nelle mani di Hamas, l’ingresso di aiuti umanitari a Gaza una soluzione politica di lungo termine.

L'Egitto ospita regolarmente incontri segreti o ufficiali tra: Delegazioni di Hamas e della Jihad Islamica Palestinese, Funzionari israeliani (in coordinamento con Stati Uniti e Qatar, Servizi segreti egiziani (che fanno da mediatori), Rappresentanti dell’Onu.

Perché proprio l’Egitto?

  • Geografia: confina direttamente con la Striscia di Gaza, attraverso il valico di Rafah.
  • Storia: è stato il primo paese arabo a firmare la pace con Israele (accordi di Camp David, 1979).
  • Ruolo di mediatore: ha spesso gestito trattative tra fazioni palestinesi e Israele.
  • Canali di comunicazione aperti con Hamas, Israele e altri attori regionali.

Obiettivi principali dei negoziati:

  1. Cessate il fuoco (temporaneo o permanente)
  2. Scambio di ostaggi e prigionieri
  3. Accesso umanitario sicuro alla Striscia di Gaza
  4. Avvio di un processo politico per la stabilità futura della regione